Sono tornate le notti di Champions. Un primo turno che ha visto, delle quattro italiane impegnate, prevalere solo il Napoli, che tra l’altro affrontava l’avversario più ostico: il Liverpool campione d’Europa. Ottima prova degli azzurri che hanno giocato alla pari contro i Reds per poi colpirli negli ultimi dieci minuti quando sembravano proprio gli inglesi a voler scardinare il bunker partenopeo. Si potrà discutere sul rigore – sicuramente generoso – concesso a Callejon in occasione del vantaggio firmato da Mertens dal dischetto, ma nello stesso tempo sarebbe ingeneroso parlare più di quell’episodio e non dell’ottima prestazione offerta dagli uomini di Ancelotti. Nelle tre gare di campionato, il Napoli non aveva mai convinto del tutto, e si pensava che giocando in quel modo sarebbe potuto uscire con le ossa rotta al cospetto della corazzata Liverpool. Invece, si è visto un Napoli compatto e concentrato che non ha mostrato alcun timore reverenziale fino ad aggiudicarsi una vittoria meritata che dovrà puntellare il livello di autostima della squadra. La competitività c’è, ma deve essere supportata dalla consapevolezza. Ha deluso le aspettative l’Inter di Conte, che ha fatto en plein in campionato ma contro lo Slavia Praga ha denunciato una serie di limiti. Si stava rischiando una figuraccia interna prima che, al fotofinish, Barella salvasse i nerazzurri beffando la compagine ceca. Un risultato negativo in ottica qualificazione, già il girone era proibitivo con Barcellona e Borussia Dortmund, adesso si complica ulteriormente avendo steccato la gara, sulla carta, più semplice. Ma di gare semplici non esistono in Champions, al di là dell’inizio poco entusiasmante, l’Inter comunque deve giocarsi tutte le sue carte per superare il girone, ciò passa inevitabilmente da qualche impresa.
A cura di Maurizio Longhi