La serie A tra motivazioni e mentalità
In questo turno infrasettimanale del campionato di serie A, si è capito, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto siano importanti le motivazioni. Spal-Lazio, ad esempio, è stata una partita vera, tesa, spigolosa. Proprio allo scadere, i capitolini ci hanno rimesso le penne, nella partita in cui dovevano lanciare lo sprint dopo aver violato la Milano nerazzurra. Al 90’, il rigore realizzato da Petagna, ha regalato agli uomini di Semplici tre punti fondamentali in chiave salvezza. La Spal, soprattutto sul proprio campo, si conferma una squadra ostica e temibile, la Lazio era consapevole che sarebbe stata una partita tosta, capitolare ha comportato uno stop nella corsa Champions nonché la beffa di averlo subito nei minuti finali. I biancocelesti sembrano avere il problema inverso rispetto all’andata quando steccavano con le grandi per imporsi sempre contro le cosiddette “piccole”. Negli ultimi tempi, la squadra di Inzaghi si è aggiudicata il derby e lo scontro diretto contro l’Inter, ma ha qualche problema proprio in quelle gare che nella prima parte di campionato faceva sue con grande autorevolezza. Si risolve un problema e se ne apre un altro, potremmo dire così, di solito in queste situazioni è difficile raggiungere gli obiettivi. La Lazio, comunque, è in piena corsa per la zona Champions, ed è giusto che si giochi le sue carte anche perché le altre manifestano gli stessi problemi. Il Milan sembrava diventato inarrestabile, ma ha rallentato paurosamente raccogliendo solo un punto nelle ultime tre partite, l’Inter a Genova ha ritrovato Icardi e i tre punti, però, non è detto che sia tornato il sereno. Poi c’è la Roma, deprimente contro il Napoli e incapace di reagire contro la Fiorentina. Servivano i tre punti contro i viola per rasserenare l’ambiente, invece, è arrivato un pari che serve a poco e che ha evidenziato quanto la difesa sia una gruviera: 45 gol incassati.
Tornando alla questione motivazioni: la Lazio è caduta a Ferrara contro una Spal che aveva la necessità di fare punti, il Milan è incappato in un passo falso contro l’Udinese che pure è in lotta per la permanenza in categoria. Il Napoli è stato giustiziato dall’Empoli, a proposito di motivazioni. La squadra toscana ha mostrato più voglia di vincere, mentre i partenopei hanno offerto una prestazione davvero negativa e sottotono. Che involuzione rispetto al poker servito tre giorni prima alla Roma, una metamorfosi quasi inspiegabile a distanza di così poco tempo, che l’approssimarsi della partita con l’Arsenal stia distraendo squadra e allenatore? Può darsi, ma non si può essere fautori del detto “vincere aiuta a vincere” un giorno sì e l’altro no. Se è la continuità che fa la mentalità, allora sempre bisogna scendere in campo per vincere, anche quando si hanno meno motivazioni rispetto agli avversari. Una squadra alla quale vanno riservati complimenti per il campionato condotto finora è il Torino, reduce dalla vittoria contro l’insidiosa Sampdoria grazie alla doppietta di Belotti. La squadra di Mazzarri potrebbe addirittura puntare ancora al quarto posto, e pensare che se non avesse perso punti in gare in cui ha raccolto molto meno di quanto meritasse, sarebbe potuta essere una delle pretendenti più accreditate per la Champions. La lotta per la grande Europa è molto serrata, lo è anche quella per mantenere la massima serie, contro il Parma anche il Frosinone ha avuto un sussulto d’orgoglio vincendo al fotofinish con un rigore assegnato dopo un consulto di 10’. Le assurdità del calcio moderno.
A cura di Maurizio Longhi