Può un gol farci uscire dal tunnel? No, impossible. Il goal di Insigne, arrivato su calcio di rigore, non può dare certezze e futuro ad un Azzurro – al momento – cupo.
La nostra gioia, in questa fredda settimana, calcisticamente parlando, è stata l’aver continuato a sostenere Davide o meglio a ricordarlo per tutte le volte che ha indossato con orgoglio e serietà la maglia della Nostra Nazionale. La maglia dei bambini, di chi sogna un giorno di diventare Campione del Mondo come Davide: perché tu ci sei diventato ad honore.
Usciti da Wembley l’imperativo è uno solo: bisogna costruire e non rattoppare. E quando si va a costruire, non bisogna usare materiale scaduto. Bisogna costruire da zero con strumenti all’avanguardia. Che noi, sfortunatamente, non abbiamo. O, meglio, tolti Donnarumma e Chiesa.
Anche oggi (ieri, ndr) non abbiamo brillato. E, lasciatemelo dire, in Russia è giusto non essere andati. Un peccato non veder l’Azzurro alla rassegna mondiale ma, dopo i due goal presi con l’Albiceleste e le tante dormite di Londra (Rugani su tutte), siamo molto più felici di non dover soffrire davanti alle corazzate come Spagna e Germania.
I calciatori non hanno brillato, ma nemmeno Di Biagio. C’è chi come l’Olanda che uscita come noi alle qualificazioni rifà lo staff tecnico e batte il Portogallo Campione d’Europa. E poi ci sono i quattro volte campioni del mondo che si affidano ad un traghettatore (con tutto il rispetto per l’ex allenatore dell’Under21), così il futuro – lontano o vicino che sia – è già scritto.
Il problema degli azzurri è l’essere senza leader: senza un Pirlo e con un Verratti che ha già abbandonato la barca, senza un Totti o Del Piero che sia con un Immobile nel vero senso della parola non si può andare avanti. L’azzurro è rispetto e cuore, cosa che in queste due partite, e ancor di più durante lo scempio svedese, Noi non abbiamo visto.
A cura di Onorio Ferraro