L’Italia parla monegasco, ogni tanto questa rubrica esce fuori dal calcio ed oggi è doveroso farlo. Avevamo già parlato del giovane fenomeno nato a Montecarlo, cresciuto nella compagnia ARM gestita da Nicolas Tods, figlio del più grande Team Principal che sia passato in Ferrari, Jean, il predestinato, lo chiamano tutti gli addetti ai motori, Charles Leclerc. A Monza non si scriveva di vittoria Rossa Ferrari dai tempi di Fernando Alonso, di anni ne sono passati tanti, lì dove il pluricampione Sebastian Vettel non è riuscito, lui, monegasco vero, non solo per cittadinanza, ha conquistato il gradino più alto del podio al primo colpo. Dopo Spa, in Belgio, domenica scorsa dove ha sudato 7 camice per tenere a bada le Mercedes, Charles s’è preso tutto il week end italiano, pole position e vittoria, sempre in testa, dalle prime libere all’ultimo giro, non senza insidie nè preoccupazioni. Strategia vincente di tutta la scuderia, un gioco di squadra pazzesco dove il ragazzo sembra esserci nato in quel box, rispetto per tutti, ma quando c’è da correre ha una cazzimma da paura. È ancora presto per definirlo l’erede di Michael Schumacher, ma i presupposti ci sono tutti, chiedere al cinque (quasi sei) volte campione del mondo Lewis Hamilton.
E ringrazia anche la serie A che riparte domenica, modo di dire in quanto con i famosi spezzatini si giocherà sabato un grande e appetibile Fiorentina Juventus, alle 18 Napoli Sampdoria e alle 20.45 Inter Udinese. Juventus e Inter sono chiamate a confermare le prime due vittorie d’agosto, mentre il Napoli deve rimettersi in carreggiata dopo la sbandata a Torino con il clamoroso autogol del suo uomo più importante, Koulibaly che è costato la sconfitta contro la Juventus. Tutti aspettano Sarri e Conte, due nomi che, per chi non si occupa di calcio giornalmente, ancora fa fatica a collocarli sulle panchine di Juventus e Inter. E poi Ancelotti “o adesso o mai più” firmato il presidente De Laurentiis.
A cura di Giuseppe Calvano