Quello di Zappacosta, tuttavia, non è l’unico caso di calciatori partiti da zero che sono riusciti a raggiungere grandi traguardi: vi presentiamo altri 5 esempi di giocatori che hanno spiccato il volo partendo dalle serie minori.
Moreno Torricelli
Nato nel vivaio della Folgore Verano, Torricelli viene notato dal Como, che però, dopo averlo avuto per un anno in prestito negli Allievi Regionali, decide di non ingaggiarlo a titolo definitivo. La carriera del terzino lombardo sembra dunque prendere fin da subito una direzione opposta dal calcio che conta. Dai suoi esordi al 1992, infatti, Moreno Torricelli gioca in campionati dilettantistici, vestendo le maglie di Folgore Verano, Oggiono (Promozione e poi Eccellenza) e Caratese (Serie D). Il calcio è solo un hobby per Torricelli, che, oltre ad essere calciatore, lavora come falegname in Brianza. Nel 1992 per il calciatore nativo di Erba, ormai 22enne, sembrano potersi aprire le porte del calcio professionistico: dopo un provino col Verona e l’interessamento del Lecce, ad aggiudicarsi Torricelli a sorpresa è addirittura la Juventus, che nell’aprile di quell’anno lo nota in un’amichevole che vede contrapposti i bianconeri e la Caratese. Coi torinesi Torricelli diventa subito titolare, conquistando una Coppa UEFA da protagonista nella sua prima stagione da professionista. Il palmares del giocatore lombardo a fine carriera è a dir poco ricco: una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Coppa UEFA, una Supercoppa Europea, tre scudetti, due Coppe Italia e altre Supercoppe Italiane.
Luca Toni
Dopo delle stagioni sottotono con Modena (C1), Empoli (B) e Fiorenzuola (C1), nel 1998, all’età di 21 anni, Luca Toni inizia a pensare di appendere le scarpette al chiodo. Molto negativo in particolare il bottino che l’attaccante emiliano ha raccolto col Fiorenzuola: solo due gol in 26 partite, numeri che contribuirono alla retrocessione dei rossoneri in Serie C2. L’Empoli, proprietario dell’altra metà di cartellino, decide però di puntarci ancora e nel 1998 lo gira alla Lodigiani, altro club di Serie C1. Coi romani la storia è totalmente diversa: 15 reti in 31 partite, score che gli valgono il trasferimento al Treviso, in Serie B. Coi veneti Luca Toni realizza altri 15 gol e riesce ad attirare le attenzioni di un club di massima serie: si tratta del Vicenza, che nell’estate del 2000 decide di acquistarlo. Anche la prima stagione in A lascia ben presagire: Toni sfiora la doppia cifra, ma non riesce a salvare il club dalla retrocessione. Il calciatore nativo di Pavullo nel Frignano si trasferisce allora al Brescia, ma, dopo aver messo a segno 13 gol nel primo campionato, si infortuna nella sua seconda stagione con le rondinelle, riuscendo pertanto a timbrare il cartellino solo due volte. Nel 2003, all’età di 26 anni, Luca Toni riparte dal Palermo, in Serie B. L’ex Fiorenzuola si carica la squadra sulle spalle e la trascina subito in Serie A, laureandosi capocannoniere della serie cadetta con 30 reti. Nella stagione successiva sono 20 le reti realizzate da Toni: il Palermo chiude sesto e si qualifica per la Coppa UEFA. La stagione 2005-2006 per il calciatore emiliano è superlativa: nell’estate del 2005, infatti, Toni viene ingaggiato dalla Fiorentina, squadra con cui vince il titolo di capocannoniere con ben 31 gol. Un campionato del genere non può che essere ricompensato da Marcello Lippi, che lo convoca per i Mondiali 2006. Dopo un inizio in sordina Toni porta la Nazionale in semifinale con una doppietta ai quarti contro l’Ucraina. Il 9 luglio 2006 l’ex Lodigiani si laurea campione del mondo nell’indimenticabile finale contro la Francia. Ma la carriera di Toni non termina qui: dopo un altro anno alla Fiorentina, nel 2007 il calciatore passa al Bayern Monaco. Coi tedeschi vive due grandi stagioni, poi nel 2009-2010 le cose iniziano ad inclinarsi e a gennaio il calciatore viene mandato in prestito alla Roma. Dopo l’esperienza nella capitale, Toni passa al Genoa: coi grifoni non brilla, ma nonostante ciò nel gennaio 2011 viene acquistato dalla Juventus. L’esperienza in bianconero dell’ex Palermo è tutt’altro che indimenticabile: Toni segna però il primo gol nella storia allo Juventus Stadium, nell’amichevole contro il Notts County. La carriera dell’attaccante sembra giunta al capolinea: Toni stecca anche nell’Al-Nasr. Il 31 agosto 2012, a sorpresa, si materializza il ritorno alla Fiorentina: coi viola mette a segno 8 gol, dimostrando di poter ancora dare il suo contributo. Nel 2013 passa al Verona: lì Toni vive una seconda giovinezza e si laurea capocannoniere insieme ad Icardi nel 2015 con 22 gol. Si ritira nel 2016: nel suo palmares ci sono un Mondiale, una Bundesliga, una Coppa di Germania, una Coppa di Lega tedesca, una Serie B, due titoli da capocannoniere in A, uno in Bundesliga, uno in Coppa UEFA (conquistato col Bayern) e uno in Serie B; è stato inoltre inserito nell’All Star dei Mondiali del 2006, anno in cui ha vinto anche la Scarpa d’oro.
Jamie Vardy
Uno dei casi più incredibili è senza dubbio quello di Jamie Vardy. L’attaccante lavorava come metalmeccanico e ha vestito a lungo la maglia dello Stockbridge, squadra di non-league. Nel 2010, a 23 anni, Vardy si trasferisce all’Halifax Town, club con cui vince il campionato di Northern Premier League (settima serie inglese) grazie ai suoi 29 gol, che gli valgono anche il titolo di capocannoniere. Nella stagione successiva milita nel Fleetwood Town, club di Conference Premier (quinta serie): anche lì Vardy si laurea capocannoniere (31 gol) e vince il campionato. Il primo luglio 2012 la carriera della punta inglese ha una clamorosa svolta: il Leicester, squadra di Championship (Serie B inglese), decide di mettere sul piatto un milione di sterline per assicurarselo: si tratta della cifra più alta pagata per un calciatore militante in un campionato dilettantistico inglese. Dopo una stagione di transizione, in cui Vardy mette a segno 5 reti, nel campionato 2013-2014 l’ex Halifax Town si scatena, siglando 16 reti e portando il club in Premier League. La prima stagione in massima serie è altalenante: 5 gol e una salvezza sofferta. Nel campionato 2015-2016, con l’avvento di Claudio Ranieri, arriva il miracolo: con i suoi 24 gol Vardy trascina il Leicester alla vittoria della Premier League e conquista anche un posto agli Europei. Nella scorsa stagione ha messo a segno la sua prima rete in Champions League. Nel campionato in corso è fermo a quota 2 gol, in virtù della doppietta realizzata con l’Arsenal.
Patrice Evra
Dopo le parentesi nei settori giovanili del Les Ulis e del Bretigny, nel 1997 per Patrice Evra si presenta una grande occasione: il calciatore francese viene infatti ingaggiato dal Paris Saint-Germain. Nel corso della sua avventura parigina il tecnico delle giovanili decide di trasformare Evra, all’epoca attaccante, in ala. L’esperienza col Paris Saint-Germain dura però pochi mesi: Evra decide dunque di prendere parte a un torneo di calcio a 5 nella piccola cittadina di Juvisy-Sur-Orge. Il 17enne viene notato dal Torino, club che decide di fargli sostenere un provino. Nell’estate del 1998, tuttavia, Evra decide di trasferirsi al Marsala, club di Serie C1: coi siciliani il francese mette a segno 3 reti in 24 partite. Nella stagione 1999-2000 milita nel Monza, in Serie B: in Lombardia Evra raccoglie però solo tre presenze. Nell’estate del 2000 l’ex Bretigny decide dunque di tornare in Francia: ad ingaggiarlo è il Nizza, club di Ligue 2. Nella prima stagione Evra gioca principalmente con la squadra riserve, che disputa il campionato di quarta serie: sono solo 5 le presenze in prima squadra. Va molto meglio nel campionato 2001-2002: il tecnico Salvioni lo promuove in pianta stabile in prima squadra e Evra scende in campo in ben 35 occasioni, realizzando anche un gol e aiutando il club a conquistare la promozione in Ligue 1. Per parte della stagione il calciatore viene adattato nella posizione di terzino sinistro, visti gli infortuni di Cobos e Cirilli. La mossa si dimostra più che redditizia: Evra viene inserito nella squadra dell’anno di Ligue 2 come miglior terzino sinistro. Nell’estate del 2002 il calciatore nativo di Dakar passa al Monaco, dove Deschamps decide di impiegarlo principalmente nel suo nuovo ruolo. Alla prima stagione nel principato vince la Coupe de la Ligue. Nel 2003-2004 è protagonista della grande cavalcata dei monegaschi in Champions League, che si arena solo nella finale contro il Porto di Mourinho. Evra viene inserito nella squadra dell’anno della Ligue 1 e vince anche il premio di miglior giovane dell’anno del campionato francese. Nel gennaio del 2006 Sir Alex Ferguson decide di portarselo al Manchester United. Coi Red Devils vince una Champions League, 5 campionati, 5 Community Shield e 3 Coppe di Lega. Il divorzio col club inglese avviene nell’estate del 2014: Evra decide di riabbracciare il campionato italiano e firma con la Juventus. L’inizio non è esaltante: il calciatore nativo di Dakar si fa bruciare in velocità da Bruno Peres nel Derby della Mole in una delle sue prime apparizioni. Col tempo, tuttavia, Evra si adatta al gioco di Allegri ed è fra i protagonisti della squadra che arriva fino alla finale di Champions League, persa con il Barcellona. Con l’arrivo di Alex Sandro, lo spazio di Evra inizia a ridursi e nel gennaio del 2017 il giocatore transalpino si trasferisce al Marsiglia, club in cui milita ad oggi.
Fabio Grosso
La carriera di Fabio Grosso inizia nel Renato Curi. Col club abruzzese, militante in Eccellenza, il calciatore nativo di Roma realizza ben 47 reti, giocando nel ruolo di trequartista. Fra i club che lo notano c’è il Chieti (Serie C2), che decide di ingaggiarlo nel gennaio del 1999: coi neroverdi Grosso realizza 4 reti. In estate il calciatore si trasferisce in prestito al Teramo, ma l’esperienza in biancorosso dura poco: a gennaio, infatti, Grosso torna alla base. Nel campionato 2000-2001 l’ex Renato Curi mette a segno ben 11 reti, trascinando il Chieti alla promozione in Serie C1. Nell’estate del 2001 arriva a sorpresa il trasferimento al Perugia, militante in Serie A. Cosmi nel suo 3-5-2 vede Grosso come esterno sinistro: il calciatore si adatta man mano al ruolo di terzino sinistro, disputando due stagioni e mezza a buoni livelli. Nel gennaio del 2004 Grosso si trasferisce al Palermo, club con cui conquista subito la promozione in Serie A. Le sue buone prestazioni nelle stagioni successive gli valgono la convocazione in maglia azzurra per i Mondiali 2006. Il giocatore ex Chieti si ritaglia un posto da titolare e si rivela fondamentale col rigore procurato contro l’Australia, il gol alla Germania e, soprattutto, il rigore decisivo messo a segno contro la Francia: Fabio Grosso entra nella storia del calcio italiano. Dopo i Mondiali la carriera del calciatore romano inizia ad andare in declino: con Inter, Lione e Juventus, infatti, non riesce a ripetere le gesta del 2006. Attualmente Grosso ricopre la carica di allenatore del Bari.