Si o No, cosa va, cosa non va: Torino-Juventus

 

 

Il derby della Mole, svoltosi nella giornata di ieri consegna ancora una volta delle sensazioni positive alla squadra bianconera. La Juventus, nonostante abbia condotto una partita da zero a zero, sia per demeriti propri che per meriti granata, conquista per la quindicesima volta la vittoria. Date le poche emozioni, il succo del match si racchiude tutto intorno al settantesimo dove, un incerto retropassaggio di Zaza favorisce l’anticipo di Mandzukic su Ichazo, il quale non trovando il pallone stende il croato. Dal dischetto un CR7 sottotono non sbaglia e per l’ennesima volta diventa il protagonista della serata. Andiamo ora ad analizzare nello specifico cosa va e cosa non va negli undici di Max Allegri.

Si rivede Perin– Terza presenza in Serie A questa stagione per l’ex Genoa, il quale non calcava il campo dal 24 novembre contro la Spal. Si fa trovare puntuale nelle poche occasioni nelle quali è chiamato in causa, trasmette sicurezza alla squadra. Buon segnale per uno dei destinatari del ruolo di portiere della nazionale lasciato da Buffon.

De Sciglio– Il numero 2 non sempre esaltato dagli addetti ai lavori, sta ottenendo fiducia e continuità nei meccanismi juventini, e si può osservare nella crescita nella fase difensiva. Migliorato molto in questo aspetto, da tralasciare la fase di costruzione di gioco nella quale si rivela a volte impreciso, come la maggior parte dei compagni ieri. Pur vero che si può essere influenzati in questa critica vedendo giocare in quel ruolo Cancelo, che è di un livello superiore rispetto a tutti nel campionato italiano.

Emre Can– Il tedesco dopo l’operazione alla tiroide, mette altri novanta preziosi nelle gambe. In mezzo al campo porta tanta fisicità, tecnicamente non conduce una partita perfetta, ma ha dalla sua parte l’alibi del rientro. Si valuterà meglio nei prossimi incontri, ma più che un sotituto di Bentancur, ne sembra un adatto complementare.

Dybala– Semplicemente indispensabile per questa Juventus. Unico in rosa a poter portare tecnica fra le linee, collega con audacia i due reparti ed è in una discreta condizione atletica. Grande curiosità sarebbe vederlo 15-20 metri più avanti.

Pjanic-Matuidi– Il bosniaco ha bisogno di riposare, tatticamente intelligente, ma quando non si ha fiato non si rende al 100%. Anche il francese sottotono, per entrambi non si può dire altro. Il centrocampo ha bisogno di un ritmo maggiormente elevato.