La cronistoria
Cosmi intraprese la carriera da allenatore nel lontano 1987, ventinovenne, dopo diversi anni di dilettantismo passati tra squadre di Prima Categoria e Promozione nel ruolo di difensore. Terminata l’esperienza nelle giovanili dell’Ellera di Corciano durata tre anni, dal 1987 al 1990, il Pontevecchio – team della sua città natale – decise di affidargli la panchina della prima squadra: con essa, in cinque campionati, fece il salto dalla Prima Categoria all’interregionale. La tenacia, il temperamento e l’istinto mostrati in quei cinque anni con i “ponteggiani”, attirarono l’attenzione dell’Arezzo. Anche in Toscana il suo soggiorno durò cinque stagioni e fu ricco di successi: vittoria del campionato di serie D, dei playoff in C2 e raggiungimento degli stessi nell’annata della C1, venendo eliminato, però, al primo turno dall’Ancona. Questi risultati gli garantirono nel 1998 il premio “Seminatore d’argento” e nel 2000 la panchina d’argento. Successivamente arrivò la chiamata più importante della sua vita: il Perugia di Gaucci in serie A. Con i grifoni conquistò la Coppa Intertoto e la qualificazione per la Coppa Uefa. Purtroppo il suo percorso nel capoluogo umbro terminò con la retrocessione amara in serie B nel 2004. Gli anni seguenti furono travagliati ma allo stesso tempo pieni di soddisfazioni: una promozione diretta in A con il Genoa revocata poi a cagione dei problemi giudiziari nei quali rimase coinvolta la società di Enrico Preziosi (2004-2005), la prima avventura in Champions League con l’Udinese (2005-2006) e la semifinale playoff di serie B con il Brescia persa contro l’Albinoleffe. La stagione 2009 alla guida tecnica del Livorno non fu tutta rose e fiori perché si concluse con una serie di dissapori con il presidente Spinelli e le conseguenti dimissioni a cagione di accuse dello stesso proprietario amaranto di “scarsa professionalità” nei suoi confronti. Non furono altrettanto fortunati i campionati nelle vesti di allenatore del Palermo (2011) – la sua esperienza durò soltanto quattro partite – del Lecce – nelle giornate conclusive i giallo rossi subirono diversi arresti e la retrocessione in “cadetteria” fu inevitabile – e del Siena dove non ottenne i risultati sperati dalla dirigenza bianconera. Nel 2014, precisamente il 24 febbraio, il Pescara decise di puntare su di lui per ottenere un piazzamento nei playoff ma lo score di 4 vittorie, 6 pareggi ed altrettante sconfitte, con conseguente quindicesimo posto in graduatoria, non gli fece guadagnare la riconferma sulla panchina dei Delfini. Nel 2015 il Trapani – all’ora in B – scelse come timoniere il tecnico di Pontevecchio. La prima stagione terminò con un undicesimo posto a più sei dalla zona playout. Il Cosmi bis fu esaltante invece: portò i granata ad un terzo posto inaspettato ad inizio agosto, con la possibilità di disputare la post-season. Purtroppo, però, nel doppio scontro finale con il Pescara ne uscì con le ossa rotte. Ottenne, nel giugno 2016, per i meriti sportivi, la cittadinanza onoraria ma quattro mesi la sua macchina venne bruciata. A fine novembre il cammino con il Trapani si interruppe con l’esonero. Ad Ascoli (2017), nonostante ottenne una miracolosa salvezza a fine stagione in B, la nuova proprietà decise di non riconfermarlo. Commovente il post su Instagram all’epoca dei fatti: “Dirsi addio non ha importanza, è il tempo passato insieme che davvero conta! Grazie Ascoli, ho dato tutto, un abbraccio!”
Oggi, 5 marzo 2019, comincia una nuova avventura alla guida del Venezia con il compito d risollevare i lagunari dal macabro filotto di pessime uscite che rischia di compromettere un posto nei playoff tanto acclarato ad inizio stagione.