Sono giorni caotici, le partite di Coppa Italia sono state rinviate a causa della psicosi coronavirus, il governo ha emanato un provvedimento con cui ha disposto la chiusura delle scuole e anche degli stadi. Solo che si può giocare, ma a porte chiuse. Juve-Inter era stata rinviata proprio per evitare il deserto sugli spalti, ma si giocherà ad una settimana di distanza come lo si doveva già fare: a porte chiuse. È brutto giocare una partita così, quasi decisiva per lo scudetto, senza pubblico, in un’atmosfera surreale, come se fosse una partitella del giovedì. Ma è per cause di forza maggiore che non ci sarà lo spettacolo sugli spalti, soprattutto la Juve lo avrebbe voluto evitare perché non potrà contare su un catino infuocato che in molte occasioni ha fatto la differenza. Sfida quasi decisiva, ma forse si può anche togliere il quasi, perché se l’Inter dovesse steccare ancora, sarebbe il secondo scontro diretto perso nel giro di qualche settimana e probabilmente si tirerebbe fuori dalla corsa scudetto. La matematica le darebbe ancora chance, ma il contraccolpo in termini di fiducia e autostima avrebbe un ruolo chiave. Così come un passo falso minerebbe l’autostima di una Juventus che, non solo non convince sul piano del gioco, ma anche le sconfitte stagionali (cinque) iniziano ad essere troppe, aggiungerne altre andrebbe in contrasto con quello che è stato il cammino dei bianconeri negli ultimi anni. Entrambe, quindi, vogliono rilanciarsi, consapevoli che un pari potrebbe avvantaggiare solo la Lazio che, ora più che mai, punta a sbaragliare la concorrenza credendo al tricolore. Se arrivasse anche un regalo dallo Stadium, con la posta in palio divisa, a maggior ragione gli uomini di Simone Inzaghi esulterebbero accreditandosi ulteriormente per la vittoria del campionato. Sarebbe clamoroso in rapporto a quelle che erano le aspettative iniziali, merito alla Lazio il cui rendimento è da scudetto, ma sarebbe un grande smacco per Juve e Inter per le fanfare con cui erano partite ad inizio anno. Ci sarà sicuramente il boom di telespettatori per seguire una sfida importantissima, che ha come posta in palio una bella fetta di scudetto. Tante cose sono cambiate rispetto all’andata, allorché la Juve, espugnando San Siro con una prestazione che ancora adesso viene ricordata come la migliore stagionale, fece capire di avere qualcosa in più rispetto alla compagine nerazzurra. Qualche certezza l’ha persa la squadra di Sarri, mentre i nerazzurri hanno accusato qualche battuta d’arresto in un periodo altalenante culminato con la sconfitta in casa della Lazio. Peccato per l’assenza di pubblico, una sfida così importante per le sorti del campionato avrebbe meritato una cornice diversa, degna di un appuntamento che può risultare decisivo. Farà un effetto strano sentire le voci dei protagonisti come se fosse una amichevole estiva quando si è nel pieno della preparazione e tra un tempo e l’altro le squadre vengono stravolte dalla girandola di sostituzioni. Questo è il calcio ai tempi del coronavirus, naturalmente tutelare la salute ha sempre la priorità, su questo è proprio inutile intavolare un dibattito che non avrebbe senso. La speranza è che il derby d’Italia sia una partita bella ed emozionante, la posta in palio è troppo importante per pensare ai fattori esterni, parlerà il campo e, in ogni caso, ciò che verrà fuori sarà una indicazione molto precisa sulla volata tricolore.
A cura di Maurizio Longhi