Dove è Kovacic?
Di certo non è più all’Inter. Prendetemi per pazzo, ma il Kovacic visto l’anno scorso oggi è disperso in Lapponia o in qualche altro paese sconosciuto, perché quello che vediamo oggi, a mio parere, non è che un mero sosia, o un gemello, il gemello scarso. Scherzi a parte, oggi vediamo un giocatore fuori forma, che sbaglia facilmente, forse impaurito delle critiche piovute su di lui cadute su di lui negli ultimi mesi, falso capro espiatorio del tracollo dell’anno scorso, quando era forse l’unico a salvarsi oltre Handanovic e Palacio. Era un punto da cui ripartire per fondare il progetto di Mazzarri. Oggi lo stesso tecnico, secondo il mio modesto parere, vede il giovane croato in una posizione non sua, che non gli appartiene nemmeno se la compra. A Luglio WM voleva adattare il croato ad una posizione di trequartista, perché secondo lui, doveva vedere la porta. Nei primi giorni del ritiro di Pinzolo, testimoni raccontavano di un Mazzarri al quale brillavano gli occhi a vedere il croato giocare, ma quel maledetto infortunio ne ha pregiudicato l’inizio di stagione. Il suo pieno impiego negli allenamenti era fondamentale per lanciarlo totalmente negli schemi del tecnico di San Vincenzo, ma avendo saltato quasi tutto il ritiro di Pinzolo e la tournee americana, il croato non ha avuto la possibilità di adattarsi nel ruolo di trequartista.
E intanto all’Inter arriva Taider, un taglialegna in mezzo al campo, finora risultato molto utile a Mazzarri. Lo stesso allenatore, nei primi giorni di campionato, ha parlato di Kovacic affermando che “deve imparare a fare entrambe le fasi, deve giocare interno”. Questa, a mio parere, è stata la frase che ha sancito l’inizio della fine del croato. Il suo gracile fisico non è certo adatto a fare l’interno, uno che deve fare a sportellate con gli avversari (vedi Taider, Cambiasso, Mudingayi, Kuzmanovic, Zanetti ecc.), lui è uno dai piedi fini e si è visto nella passata stagione, quando giocava regista. Purtroppo Mazzarri nei suoi schemi non prevede l’utilizzo di tale regista, e quindi il talentino si trova in una situazione non sua e in un ruolo che non gli appartiene. Lo vediamo pascolare per i campi italiani in cerca di una collocazione, ma purtroppo ormai sbaglia anche il facile, evidentemente spaventato e timoroso delle critiche che pioverebbero ingiustamente su di lui, che ricordiamolo, ha solo 19 anni.
Salviamo il soldato Kovacic è il titolo di questo mio soliloquio, ma come salvarlo? Semplice, mandiamolo in prestito e non cediamolo, perché gli acquirenti ci sono. Torino e Sampdoria sono interessate a lui, Ventura e Mihajlovic prevedono nei loro schemi l’uso di un regista. Quindi ormai non resta che farlo.
SALVIAMO IL SOLDATO KOVACIC