-Marcelo Brozovic, 23 anni, centrocampista Dinamo Zagabria: 5.50 milioni
-Jaison Murillo, 22 anni, difensore Granada: 8 milioni
-Fabian Schar, 23 anni, difensore Basilea: 8 milioni
-James Milner, 29 anni, centrocampista laterale Manchester City: 15 milioni
-Andrè-Pierre Gignac, 29 anni, attaccante Marsiglia: 10 milioni
Non di certo valori eccezionali, ma c’è da considerare che gli Under-25 presi finora in esame hanno dato prova di essere dei futuri campioni, e con i cosìdetti FabFour (Kovacic, Podolski, Icardi e Shaqiri) andrebbero a formare un mix a dir poco esaltante. Poi Milner e Gignac hanno talento ed esperienza da vendere (non dimentichiamoci che Gignac è il vice-capocannoniere di Ligue One dietro Lacazette) Da ricordare, comunque, che gli eventuali acquisti di Milner, Schar e Gignac sarebbero a parametro zero, mentre Brozovic e Murillo sono stati presi, o quanto meno, dovrebbero essere stati presi in prestito, formule che non farebbero gravare sul bilancio attuale gli acquisti di questi giocatori, dando quindi tempo ed ossigeno alle casse nerazzurro.
C’è però un dato che mi dà da pensare veramente tanto: tutti questi acquisti andrebbero ad occupare posti già virtualmente coperti in squadra. Direte voi: “mbeh?” Dico io, ma solo Mancini si è reso conto che, tecnicamente, l’Inter non è a livello delle concorrenti al terzo posto? Ci voleva Mancini per capirlo? Non a caso, sono vicini alla cessione Guarin e Kuzmanovic, giocatori che da quando sono all’Inter hanno dimostrato davvero poco.
Ciò che ha fatto il tecnico jesino è stato secondo me dare un’impronta di gioco ed una mentalità diversa, a 360 gradi. Non solo in campo infatti si è potuta osservare un’Inter diversa, ma anche sul mercato. Pensateci: con quale sfrontatezza Ausilio e Fassone si sono presentati a Monaco di Baviera per Shaqiri? Hanno preso l’aereo nach Deutschland col solo obiettivo di tornare nach Italien con lo svizzero di origini kosovare al fianco, e ci sono riusciti. Per chi ama il passato, questa è roba d’altri tempi, almeno per l’Inter. Thohir lo ha capito e ha dato l’avallo per tutte le operazioni portate a termine da Ausilio finora. Il cruccio del tycoon indonesiano è stato ed è sempre il brand internazionale ed il rilancio del marchio. Qualcuno forse ha fatto capire a Thohir che per rilanciare il marchio servono vittorie, ergo servono giocatori di qualità. L’attuale allenatore dell’Inter ha comunque ribadito più volte che dall’anno prossimo si compete al titolo. PAZZO, hanno gridato i più. Sana follia, la giudico io.
E quindi ecco consegnata a Mancini una squadra quasi nuova, come se fossimo a giugno. Gli interisti sognano, ora sta al nuovo corso nerazzurro trasformare i sogni in realtà.