Su e giù dal carro. E’ lo sport preferito dagli italiani, viene prima del calcio. E’ successo anche a Giampiero Ventura nella gara di sabato dopo la sosta, nella sconfitta nel sentito derby di Castellammare. Un mese fa, prima della sosta di ottobre, la sua Salernitana era la sorpresa di questo campionato. Il pareggio subito all’ultimo affondo contro il Frosinone negò la possibilità dei granata di chiudere al primo posto per due settimane. A distanza di un mese e mezzo tutti sono scesi dal suo carro.
“E’ troppo vecchio per fare l’allenatore” o anche “Non rispetta le promesse fatte” per passare “Non è adatto alla Salernitana”. La memoria nel calcio, si sa, è corta. Non vogliamo difendere l’allenatore come non lo abbiamo esaltato nei momenti positivi ma serve fare una valutazione generale molto oggettiva. Bisogna tener conto dell’infermeria sempre piena che non aiuta l’allenatore, è stato costretto a tirare la carretta con soli tre difensori a disposizione senza poter cambiare. Herteaux non è praticamente mai stato a disposizione così come Mantovani (per entrambi il ritorno è fissato nel nuovo anno) Billong sta rientrando solo ora. Anche Cicerelli e Firenze, due elementi importanti nelle prime partite, sono stati falcidiati dai problemi fisici al pari Akpa Akpro. L’attacco è un capitolo a parte. Manca un bomber di categoria, uno in grado di segnare con regolarità. Giannetti così come Djuric non assicurano gol a ripetizione. Così come Jallow mentre per Gondo il discorso è diverso, Ventura solo nelle ultime uscite ha cominciato a puntare su di lui. Ovviamente non ci si può attaccare solo alle assenze, c’è anche qualche scelta errata dell’allenatore ma può capitare anche ad un tecnico esperto come Ventura. Nel prossimo fine settimana arriva l’Ascoli all’Arechi allenata da Paolo Zanetti, un allenatore già dato per fenomeno dopo poche giornate e “brocco” poco dopo.
Dimissioni, esonero e ritorno sui propri passi. Gli scenari in casa Livorno sono cambiati nel giro di 48 ore. La pesante sconfitta in casa contro il Trapani ha portato la società a sfiduciare l’allenatore Roberto Breda. Il tecnico fin da subito ha smentito la volontà di dimettersi, sentiva la squadra ancora sua. La società ha pensato ai sostituti: Pillon, Tramezzani poi la retromarcia. L’ingaggio come secondo allenatore di Antonio Filippini, uomo di fiducia della società. Spinelli ha spiazzato tutti ancora una volta. Prima ha sfiduciato un tecnico che nella scorsa stagione ha compiuto un miracolo, ora gli ha messo una sorte di “ispettore” per controllarlo. Ufficialmente, sia il patron amaranto che il figlio Roberto hanno spiegato che Antonio farà praticamente da tramite tra tecnico e calciatori. Quindi il tecnico non ha la fiducia della squadra? Chi farà veramente la formazione? Tra le due squadre, la proprietà amaranto ha scelto una scorciatoia per tenere due allenatori al libro paga. Non era meglio affidare la squadra a questo punto ad Antonio Filippini ed affiancargli una figura d’esperienza oppure confermare la fiducia al tecnico. I due dovranno coesistere e mettere al primo posto le sorti della squadra. C’è una stagione nata sotto luci cattive dal punto di vista della fortuna (Brignola e Stoian subito fuori a causa di gravi infortuni) e portare in salvo la squadra.
A cura di Angelo Zarra