La prima settimana di dicembre, ormai da anni, fa rima con il quarto turno di Coppa Italia. Quest’anno le squadre cadette impegnate sono tre (Benevento-Cittadella di fronte al ‘Vigorito’ ed il Crotone, sconfitto a Bologna). Proprio i sanniti hanno trovato una vittoria importante che permetterà loro di tornare a San Siro, al cospetto dell’Inter. La sconfitta di La Spezia, durante la settimana di sosta è stato un crocevia per gli uomini di Cristian Bucchi. Da quel ko il tecnico è tornato sui propri passi. Ha messo da parte il 4-3-3, suo marchio di fabbrica ed ha optato per il 4-4-2, sistema di gioco che permette migliore copertura in fase difensiva o il 3-5-2, variante vista al ‘Barbera’ venerdì sera. La vittoria di Perugia ha dato sicurezze agli undici sanniti, a Palermo si è visto un buona squadra in grado di minare le certezze offensive di un Palermo che, davanti a propri tifosi negli ultimi mesi, ha sempre trovato la via del gol.
Bisogna sottolineare il fatto che, trovare subito gli equilibri, non è facile quando cambi tanto in fase di mercato e soprattutto quando scendi di categoria. Giocare in Serie B dopo una retrocessione ti obbliga ad un cambio di mentalità, un fattore da non sottovalutare. Sono poche infatti le squadre negli ultimi che, dopo la retrocessione sono risalite immediatamente in Serie A. E’ un dato che molto spesso i tifosi dimenticano.
I sanniti hanno cambiato specialmente nel settore forse più importante del campo, il centrocampo. L’unico rimasto è Viola, sono arrivati in quel ruolo Tello, Bonaiuto, Bandinelli, e Nocerino su tutti e ci vuole tempo per oliare bene i meccanismi, soprattutto quando squalifiche ed infortuni non ti permettono di poter lavorare durante la settimana e schierare i tuoi cal con continuità. Per i sanniti sarà una passerella importante a San Siro, una chance per riassaporare il clima di Serie A. Nel loro ultimo precedente a San Siro, contro il Milan però, è arrivata una vittoria con la firma di Iemmello.
Passiamo al campionato Primavera. Il big match vinto in casa domenica mattina contro la Roma ha permesso al Torino di essere la prima antagonista dell’Atalanta. Lo dice la classifica, lo conferma il campo. I granata guidati da mister Coppitelli, al secondo anno sulla panchina granata, giocano bene e sono trascinati da un giovane che vede la porta come pochi. Si tratta di Vincenzo Millico, 15 gol all’attivo nelle prime dieci giornate di campionato. L’attaccante classe 2000, passato anche dal settore giovanile della Juventus prima di approdare in granata, è in uno stato di forma devastante. Cinico sotto porta, nel 4-3-1-2 (con Rauti compagno d’attacco e Konè nel ruolo di trequartista) le sue qualità vengono esaltate. Quando ti punta negli 1 contro 1 ti salta quasi sempre, unisce un eccellente controllo di palla ad un’ottima visione di gioco. Un calciatore le cui caratteristiche si sposano con quelle di Belotti. Mazzarri lo sa e lo osserva, il ragazzo però ha bisogno di giocare con continuità, lontano dalle luci della ribalta. Per il calcio professionistico c’è tempo, ora ha bisogno di crescere senza pressioni.
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