Longhi al Giovedì – Koulibaly, quando una stella non brilla più

Che partita che si è giocata all’Allianz Stadium! Dopo un’ora di gioco, si pensava che la Juventus, sul 3-0, avesse già posto la bandiera del proprio dominio sul campionato. Nel recupero, invece, ci si chiedeva se quel 3-3 fosse più il frutto di un black out bianconero o di una reazione feroce del Napoli. Poi, allo scadere del primo dei tre minuti di recupero, Koulibaly, l’eroe dello scontro diretto di due anni fa sempre nello stesso stadio, ha segnato nella propria porta. Il senegalese, già autore di una prestazione in cui aveva sbagliato tutto ciò che c’era da sbagliare, poteva prendersi tutto il tempo che voleva per spazzare il pallone, non era pressato, eppure è intervenuto così scoordinato da beffare Meret. La sua disperazione era palpabile dopo quella clamorosa topica, già era stato il responsabile di almeno due dei tre gol incassati, aver completato il quadro con un autogol da Gialappa’s Band è stato lo schizzo finale. Nonostante la delusione per l’impresa sfiorata, i napoletani hanno subito pensato di rincuorareil corazziere della loro difesa senza alcuna forma di accanimento per una sconfitta che porta la sua firma. Gli riconoscono il fatto di averli fatti sognare lo scudetto due anni fa con quel gol proprio allo scadere in casa di Madama – con il sogno che poi sfumò una settimana dopo nell’albergo di Firenze – e l’amore che ha sempre manifestato verso la maglia azzurra sebbene sia concupito da club blasonati d’Europa. Pare che ci siano state offerte faraoniche sia per le sue tasche che per le casse del Napoli, ma lui è ancora all’ombra del Vesuvio formando una coppia difensiva con Manolas che, sulla carta, dovrebbe essere tra le più forti del campionato, anche se appare quantomeno ardito sostenerlo dopo sette gol incassati in due partite.

I napoletani gli hanno perdonato l’erroraccio, ma giustamente serpeggia un lecito dubbio: “Ma cosa sarebbe successe se quell’errore l’avesse fatto Hysaj?”. Il terzino albanese, ormai da tempo non gode più della fiducia della piazza, mesi fa sembrava sul punto di partenza tant’è che, attraverso il suo agente, fece dire che avrebbe lasciato volentieri Napoli per andare a vincere. Se già i rapporti erano tesi, dopo quelle dichiarazioni si sono quasi definitivamente logorati, la gente vorrebbe che fosse la terza scelta dopo Di Lorenzo e Malcuit. Certo che se l’albanese, che già a Firenze aveva rischiato di provocare un rigore su Ribery nel finale, si fosse trovato al posto di Koulibaly, sarebbe partito un linciaggio mediatico al vetriolo nei suoi confronti, un processo impietoso e la gente sicuramente avrebbe chiesto di non vederlo più in campo. Questo per dire cosa? Che un errore simile, tale da rendere vana una rimonta che sarebbe stata definita epica, storica e leggendaria (forse addirittura al punto da indirizzare una stagione), è stato davvero troppo grave per passare in secondo piano. Fortunatamente (se così si può dire), l’ha commesso il giocatore tra i più amati, se non il più amato, dalla piazza napoletana che, unica al mondo quando c’è da professare amore, ha preferito metterci una pietra sopra. Del resto, quando ai napoletani mostri serietà e rispetto nei loro confronti, si è ripagati da un affetto incommensurabile, la sensazione è che qualcuno ci abbia anche marciato su questa purezza di sentimenti. Certo che, al di là dello straordinario rapporto che intercorre tra Kalidou e la tifoseria, nelle prime due partite di campionato è stato disastroso. Già a Firenze ci aveva capito pochissimo, ma quella pirotecnica vittoria aveva coperto le ombre, a Torino la prestazione è peggiorata ulteriormente. Si dice che non sia in forma per essere arrivato in ritiro a Ferragosto, ma un conto è non brillare per una condizione fisica deficitaria, un altro è sbagliare anche interventi elementari. Il Napoli ha la necessità di ritrovare il miglior Koulibaly dopo la sosta, sperando che migliori anche la sua intesa con Manolas (che pare essersi ambientato subito alla grande), per evitare che la difesa continui ad essere perforabile in un modo allarmante. Una squadra che punti ad insidiare lo strapotere della Juve, e sabato scorso si è capito che a tratti può anche riuscirci, non può permettersi di subire gol con questa facilità, sette nelle prime due partite sono troppi.