Longhi al Giovedì – Il talento sublimato e un capitano delegittimato

Una vetrina e un caso. La prima riguarda Nicolò Zaniolo della Roma, eroe di Champions a 19 anni. Il caso vede al centro Mauro Icardi, a cui è stata sottratta la fascia di capitano dall’Inter per consegnarla ad Handanovic. Partiamo dal talento della Roma, deve essere dura proprio per la stessa Inter assistere alle prodezze del giovane Zaniolo pensando che in estate l’ha lasciato partire a cuor leggero verso la Capitale pur di accaparrarsi le prestazioni di Nainggolan. Chi ci ha guadagnato da questa operazione, almeno finora, è la Roma, che si ritrova in casa un giovane che sembra avere le stigmate del predestinato. La doppietta con cui ha consentito alla squadra di Di Francesco di piegare il Porto e di sperare di approdare ai quarti, ha solo confermato quanto di buono avesse già fatto vedere in campionato, guadagnandosi una maglia da titolare sovvertendo le gerarchie. La serata di Champions l’ha portato alla ribalta, e non poteva essere altrimenti, se un giovane di 19 anni, ha la personalità di caricarsi la squadra sulle spalle e di condurla alla vittoria con due prodezze in una partita delicatissima, allora si deve per forza parlare di un predestinato. Giusto celebrarlo, come i media stanno facendo, giusto dedicargli titoli e copertine, è un onore che Zaniolo si è guadagnato sul campo rubando la scena a tutti vestendo i panni dell’assoluto protagonista. Adesso, però, sarà importante non caricarlo di eccessive pressioni, come se dovesse essere sempre decisivo, sebbene sia un talento cristallino, deve ancora crescere ed è bene che lo faccia con la mente più serena possibile. Dovrà essere bravo anche Di Francesco a gestirlo nella maniera migliore, senza pretendere che si senta già leader, ci sono tanti esempi di giocatori che venivano incensati da giovanissimi per poi perdersi finendo col fare carriere non conformi a quelle che erano le aspettative. Se da un lato deve essere bravo lo stesso Zaniolo a non autocompiacersi troppo, dall’altro anche l’ambiente che lo circonda deve contribuire a non alzare troppo il livello di aspettativa intorno a lui.
Questione Icardi. Il fatto di avergli tolto i gradi di capitano sembra il preludio ad una rottura, la scelta è forte e non può essere liquidata con una scrollatina di spalle. L’attaccante argentino non prenderà parte alla gara di Europa League contro il Rapid Vienna e, a detta di Spalletti, è stato il giocatore a non rispondere alla convocazione. Un gesto di ammutinamento, come a voler ingaggiare un braccio di ferro con la società per la quale presta i propri servigi e che gli paga un lauto stipendio annuale, e qui casca l’asino. Pare proprio che Wanda Nera, compagna di Icardi del quale cura anche gli interessi facendosi portavoce dei di lui desiderata presso la società, abbia chiesto un adeguamento contrattuale su cifre che superano gli otto milioni annuali. Da quello che flirtava, nonostante la richiesta sicuramente non proprio morigerata dell’entourage del giocatore, l’Inter era disposta a trovare una intesa per fare di Icardi il cardine di un ciclo ambizioso, anche per questo ci si è affidati ad un dirigente come Marotta reduce dai successi ottenuti alla Juve. Quella che doveva essere una dialettica tra le parti, si è trasformato in un caso che danneggia entrambe le parti e provoca un malcontento nella tifoseria. Si addensano ombre anche sul futuro di Icardi, che ormai va considerato l’ex capitano dell’Inter, non si arriva così facilmente ad una scelta che sa tanto di delegittimazione. Non si possono prevedere i prossimi sviluppi della querelle, ciò che si può dire è che attualmente è nato un caso che non giova all’immagine del giocatore e che rischia di turbare l’ambiente.