Longhi al giovedì – Crollo Juve, ma non tutto è compromesso

All’indomani di Atletico Madrid-Juve, l’argomento non può che essere questo. Al Wanda Metropolitano si è registrato un risultato sorprendente, con i colchoneros che si sono imposti con merito e autorevolezza contro una Juve spaesata e in panne. 2-0 il risultato in favore degli uomini di Simeone, i gol di Gimenez e Godin, arrivati entrambi nella ripresa, hanno tagliato le gambe ad una Juve che non è stata mai in partita e che adesso rischia seriamente di abbandonare la competizione. Se dovesse succedere, si aprirebbero i processi anche per Allegri e per la società, dopo l’acquisto di Cristiano Ronaldo, “limitarsi” a vincere solo il campionato, tra l’altro per l’ottavo anno consecutivo alla luce di una concorrenza molto flebile, renderebbe l’annata quasi fallimentare. Anche perché CR7 è stato acquistato proprio per concretizzare il sogno di assurgere al vertice della grande Europa, la società non ha badato a spese (del resto è l’unica italiana a potersi permettere un giocatore cui corrispondere 30 mln di ingaggio), se l’avventura in Champions dovesse avere l’epilogo che si paventa dopo Madrid, la delusione sarebbe incalcolabile. Comunque, così come va detto che la superiorità dei biancorossi è stata schiacciante nei primi 90’, va anche detto che questa Juve dà il meglio di sé proprio quando sembra spacciata. Non bisogna andare con la mente tanto lontano per avere un esempio lampante, basti ricordare ciò che è successo l’anno scorso nella doppia sfida proprio contro i cugini dell’Atletico, quel Real che poi si sarebbe laureato campione d’Europa.
Dopo lo 0-3 dell’Allianz Stadium, dove la superiorità delle merengues fu nettissima, si pensava che la gara del Bernabeu sarebbe stata una formalità, invece, si stava trasformando nella più cocente delle sconfitte per i galacticos, che solo in pieno recupero si salvarono grazie al rigore realizzato, ironia della sorte, proprio da Cristiano Ronaldo. La Juve era stata capace di segnare tre gol nel tempio del calcio madrileno, chissà cosa potrà fare nel catino bianconero per ribaltare il doppio svantaggio del Wanda Metropolitano. Che la qualificazione sia tutta in salita, è superfluo sottolinearlo, ma attenzione a darla per compromessa. Ciò su cui è giusto focalizzare l’attenzione è sulla scialba prestazione della Juventus, inconsistente come lo è stata poche volte, impotente di fronte ad una avversaria con più freschezza, pareva che i giocatori dell’Atletico avessero una marcia in più, sebbene non brillassero per qualità e palleggio. Eppure, le ripartenze di Griezmann e compagni sono state devastanti, si può dire che il risultato potesse essere addirittura più largo per gli uomini del Cholo, autentici dominatori della partita, come in pochi si sarebbero aspettati. Negli ultimi tempi, come è successo anche in Coppa Italia, la Juve pare soggetta a black out clamorosi che la rendono una squadra perforabile e poco equilibrata. Anche l’anno scorso serviva l’impresa, in una situazione ancora più difficile, ed è stata sfiorata di un soffio, ne serve una anche adesso, stavolta da concretizzare fino in fondo, ammesso che si giochi con umiltà e fame, proprio le stesse caratteristiche dell’Atletico targato Simeone. La gara di Madrid va archiviata immediatamente perché la Juve non può essere quella, in Italia non si fa altro che celebrarne la mentalità vincente, ora è arrivato il momento propizio per dimostrarlo anche nella dimensione europea.

A cura di Maurizio Longhi