L’Italia degli “oriundi” tra new entry e addii dolorosi…

L’Italia di Prandelli, oltre ad aver riacquistato credibilità dopo la disfatta del 2010 in Sudafrica, è al centro di un progetto, proprio come la Germania, di una Nazionale multietnica, con calciatori che, naturalizzati italiani, possono far parte della rosa.

palettaL’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Gabriel Paletta, che ha esordito con una prestazione più che discreta nella partita contro la Spagna.

Questa è una grandissima novità, causa principale della globalizzazione: è possibile convocare talenti che non sono nati in Italia, che, avendo il passaporto, e magari un grandissimo talento, possono rendersi utili alla causa azzurra.

Amauri, Thiago Motta, Balotelli, El Shaarawy e per ultimo Paletta hanno dimostrato che ciò può accadere e si può diventare protagonisti in azzurro.

Ma se questa è una novità positiva, c’è ne una anche negativa.

Forse sarebbe arrivato il momento che qualche giocatore lasci la Nazionale: Pirlo, grandissimo giocatore, non si discute, ma bisogna dare largo ai giovani: chiunque vi vedrebbe bene al suo posto il giovane Verratti.

buffonIn porta Buffon sta cominciando ad avere segni di un calo delle prestazioni: le sue parate sono, come ci ha abituato da una decina d’anni a questa parte, sempre formidabili, ma da qualche tempo incappa in errori che si potrebbero benissimo evitare. Quindi, perchè non lanciare in porta Perin o Sirigu? Ma si sa, in Italia coi giovani si lavora male, al primo errore si scatena una bufera…

Secondo me tra due anni massimo non dovrebbe più rientrare tra i radar della Nazionale anche Barzagli: il suo valore, come difensore, non è da poco, ma molti guai fisici lo attanagliano spesso e forse bisognerebbe sfruttare il momento opportuno per sostituirlo con Astori, Ogbonna o Paletta, che ha già le carte in regola per essere titolare.

In attacco invece sembra che il momento per abdicare sia quello di Gilardino, per lanciare giovani centravanti come Immobile e Gabbiadini, che sicuramente, insieme, hanno meno esperienza di quella del Gila, che ha dimostrato di essere un guerriero in Confederetions Cup contro la Spagna.

Per finire vorrei chiarire una cosa: queste mie opinioni non contano nulla, tocca a Prandelli decidere (magari legge i miei consigli e chissà cosa succede…) e non si discute il valore dei giocatori sopracitati.