Perché questi giocatori sono stati “costretti” a scendere fra i dilettanti? In Serie B non sono arrivate chiamate e la Lega Pro non si è interessata a loro. Questa è una conseguenza della riforma della terza serie: in Prima Divisione non ci saranno retrocessioni e molte società preferiscono puntare sui giovani, ricevendo così i contributi federali, che investire per allestire una squadra competitiva; in Seconda Divisione salgono direttamente ben otto squadre per girone: perché, dunque, prendere un Bonazzoli o un Godeas che ti aiuti a fare il primo posto quando ti basta l’ottavo?
In Serie D, invece, sale una sola squadra per girone. Ci sono società ambiziose che hanno una grande disponibilità economica e c’è grande competitività: se si prendono pochi giocatori di valore è impossibile salire. Prendiamo il girone I. Ci sono società storiche come il Savoia che non vogliono “marcire” in D: per questo i torresi si sono assicurati De Liguori, Scarpa e Mariano Stendardo, calciatori che sarebbero titolari dappertutto in Lega Pro. Abbiamo poi squadre che vogliono fare la storia, come l’Agropoli di Panini (ex Frosinone, Taranto e Paganese), Maisto (ex Benevento) e Tarallo (attaccante ex Padova, detiene il record di gol in D: 36 in 33 partite) e la Battipagliese di Ferdinando Castaldo (ex Benevento). Nelle prossime ore, inoltre, il Licata dovrebbe ufficializzare Nassi, altro giocatore che non ha bisogno di presentazioni. Ovviamente questi calciatori non possono che accettare queste proposte per non rischiare di rimanere senza squadra per un anno. L’esodo verso la D continua…