In molti se lo domandano domenica dopo domenica.
Certe decisioni nonostante il monitor a bordo campo sembrano le stesse che venivano prese gli anni passati dove non esisteva questa tecnologia al servizio del calcio.
Si sa che poi i tifosi, l’anima della società fanno presto a fare due più due.
Ogni giornata di campionato ci sono casi in cui la VAR viene usata in maniera non corretta o per verificare azioni talmente palesi che in realtà non servirebbe per poi prendere decisioni alcune volte totalmente sbagliate nonostante le immagini siano eloquenti a chiarire certe situazioni.
Quindi dobbiamo sempre ricordarci che dietro a qualsiasi mezzo tecnologico c’è sempre l’uomo, in questo caso l’arbitro e l’assistente al VAR.
Siamo arrivati al punto che l’arbitro scende in campo con il pensiero che comunque può sbagliare a prescindere tanto c’è la VAR che sistema le cose e poi non è così.
Il monitor a bordo campo non deve essere considerato né un rimedio né un capro espiatorio, ma l’aiutino dell’arbitro ed invece sta diventando il peggior incubo di presidenti e tifosi che in curva allo stadio considerano “l’aggeggio” un mezzo comunque manipolabile e in alcuni casi ne hanno ben donde di pensarlo.
Torniamo al gioco del calcio perché chi ama questo sport ancora non ha capito perché per assegnare un calcio di rigore ci vogliano 5 minuti con l’azione che continua e con il rischio che gli avversari segnino cosa che è capitato tra l’altro.
La tecnologia usiamola ma ugualmente per tutti.
A cura di Mario Puzzilli