Il punto di Calvano- Italia, il bel gioco non basta

Tutti a fare i complimenti, dal primo giornale sportivo all’ultimo della cronaca nera, ma non è proprio cosi, il bicchiere se mezzo pieno o mezzo vuoto rimane comunque sempre mezzo. Dopo Ventura fare peggio era praticamente impossibile, Mancini probabilmente era la persona al posto giusto nel momento giusto, ma non deve fare l’errore di considerarsi un fenomeno. Tornato indietro sui propri passi su Balotelli, e questo è stato un bene visto in che condizioni fisiche si è presentato alla prima convocazione, ha cercato di dare un gioco e undici, massimo dodici titolari all’Italia, puntando dritto su Barella; benissimo, Verratti, forse il solo fuoriclasse e Jorginho. Tre buoni primi tempi non bastano però, non possono bastare. Anche sabato ha provato a fare la partita, manca sempre qualcosa, uno che faccia gol, che la metta dentro dopo che la squadra macinando gioco crei le giuste occasioni e tramuti la fatica in rete. Come nelle altre partite precedenti a un certo punto gli azzurri erano talmente disorientati nel non fare gol che si è rischiata la sconfitta più di una volta. Il bel gioco non basta, non basta mai nel calcio. Si possono contare sulle dita delle mani le squadre che giocando al bel calcio hanno pure vinto qualcosa, rimangono impresse nella mente di pochi idealisti del pallone, ma quello che conta, purtroppo o meno male, sono sempre le vittorie. Nei fatti recenti solo forse il tiki taka di Guardiola ha unito il bel gioco con i risultati, per il resto si contano molti complimenti e zeru titoli per dirla al Mourinho, e quello che rimane scritto negli annuari sono gli scudetti conquistati, le coppe vinte e non le finali raggiunte. Il maestro Zeman voltò le spalle alla panchina perché i suoi ragazzi in campo pur di vincere un derby contro l’odiata Roma andarono per conto loro in campo e la Lazio riuscì a riscattarsi dopo una sconfitta nel girone d’andata che rese tortuoso tutto il campionato. Ma torniamo all’Italia di Mancini. Dopo una settimana che sui giornali non si parla altro di Tonali, lui lo manda in tribuna, forse anche giustamente per non bruciarlo, ma se cambiamento ci doveva essere bisognava davvero azzerare, e invece no, una botta al cerchio, una alla botte e non cambierà mai nulla. Con un Portogallo senza la stella Cristiano Ronaldo un’Italia che si rispetti non può arrivare seconda, non può vincere al novantesimo con la Polonia ed essere apprezzata da tutti come il nuovo corso. Speriamo di sbagliare, ma Mancini sembra uno molto più simpatico all’opinione pubblica di Ventura, e soprattutto uno più fortunato. Conta molto la fortuna nel calcio, ricordiamo il passato di Bearzot nel ’82 o la vittoria del 2006 dopo calciopoli, Mancio da sempre è baciato oltre che un buon allenatore, le basi con Chiesa, Immobile, Verratti e Insigne ci sono, ora aspettiamo i gol oltre alle prestazioni, le partite per le prossime qualificazioni Europee sono vicine, molto vicine. Avanti ITALIA.

Giuseppe Calvano