Il punto di Calvano – 7 gennaio

Che bella Atalanta! Che forza l’Inter! Che praticità la Juventus e che sangue freddo la Lazio!

Questi i titoli della mia 18esima giornata di Serie A anche se bisogna aggiungere che forse il miracolo Spal delle precedenti stagioni difficilmente stavolta si ripeterà. Semplici ha solo 12 punti in classifica e continua a perdere gli scontri diretti, stavolta davvero ci vorrà un prodigio per salvare la squadra spallina dalla serie B.

Ma partiamo con ordine, alla fine del 2019 e inizio del 2020 Gasperini rifila due cinquine, una al Milan il 22 dicembre e una al Parma ieri, 10 gol che riportano la squadra bergamasca a ridosso della Roma, sconfitta in casa dal Torino, e pienamente in corsa per un posto in Champions League. L’abbiamo scritto più volte, l’Atalanta gioca a memoria, è un rullo compressore in casa e Gasperini ha cambiato mentalità ai suoi giocatori, non più miracolo italiano, non più una provinciale che si mette in luce specchiandosi con le grandi ma una solida realtà, una squadra di livello con incassi di livello. Gomez apre, Ilicic chiude, in mezzo un portiere inoperoso e una valanga di palle gol. Il Parma non è cosi scarso, è comunque settimo in classifica ben lontano dalle zone pericolose, è l’Atalanta in stato di grazie. L’anno passato cominciò di questi tempi la rincorsa Champions, terminata poi con il terzo posto, chissà quest’anno dove vorrà arrivare Gasperini, diventato quasi leggenda oramai in quel di Bergamo.

L’Inter a Napoli dal 1997, ieri ha dato prova di una forza pazzesca, studia e colpisce l’avversario quando è ora di farlo sfruttando ogni qualsiasi passo falso che il nemico possa fare. Lukaku imprendibile per i difensori partenopei, l’intesa con Lautaro perfetta, si completano a vicenda e una difesa rocciosa con un De Vrij finalmente sugli scudi. Conte in tv ha ribadito che la sua squadra non gioca di contropiede come qualcuno ha dichiarato (Capello ndr) ma che è tutto organizzato giocando a memoria e cercando di sfruttare tutto il potenziale a disposizione. Godin in panchina per Bastoni è la formula sintetica della forza dell’allenatore sulla squadra, tutti sono importanti e fondamentali a prescindere dal nome. Molte Inter in questi anni si sono fermate alla fine del girone di andata, possiamo scommettere che questa di Antonio Conte arriverà fino alla fine a contendere lo scudetto alla Juventus.

La Juventus per la prima volta è piaciuta a mister Sarri, o almeno cosi ha dichiarato. La sua continuità più che altro è la cosa che il tecnico toscano ha rimarcato in conferenza stampa. La Juventus ha meritato la vittoria sulla Cagliari ma la strada è stata spianata da un errore grave della difesa sarda che ha consentito a Ronaldo di aprire le marcature, un gol d’astuzia,un altro su rigore e ancora facile su assist di Costa e il portoghese continua a segnare da cinque partite di fila. In mezzo un gol anche del Pipita Higuain che ha preso il posto di un ottimo Dybala al 25’ del secondo tempo. Il Cagliari ha resistito un tempo, chissà senza la distrazione fatale a inizio secondo tempo se la partita sarebbe stata diversa, noi immaginiamo di no ma nel calcio quando si fa fatica a sbloccare il risultato poi diventa tutto più complicato.

La Lazio è passata a Brescia con il solito gol nei minuti di recupero, la potremmo definire oramai zona Lazio non più zona Cesarini. Non una buona prestazione dei ragazzi di Inzaghi, il tecnico piacentino però, cosi come Conte nell’Inter, ha in gestione una squadra che si mette completamente nelle sue mani. Fuori Luis Alberto e Lucas Leiva per squalifica Simone s’inventa Correa interno di centrocampo, lui che è una punta, con Immobile a Caicedo in avanti. In altri tempi mai avrebbe stravolto cosi la squadra, ma le vittorie portano coraggio e a volte il coraggio viene premiato. Altri tre punti, doppietta di Immobile sempre più capocantiere e regalo al Presidente Lotito e a tutti i laziali pronti a festeggiare i 120 anni di storia il 9 gennaio.

Qualcuno ha scritto che è una volata a tre per lo scudetto, la Lazio è a sei punti dal duo di testa con una partita da recuperare contro il Verona rinviata per andare a giocare la Supercoppa a Riad, anche se fosse a tre punti da Inter e Juventus i soli a sognare dovrebbero essere i tifosi. La conquista di un posto Champions è nelle corde della Lazio, lo scudetto no. Nel calcio moderno le favole come il Verona di Osvaldo Bagnoli o la Sampdoria di Vialli e Mancini non sono ripetibili, il calcio ultra miliardario ha creato solchi dalle cosiddette grandi e tutte le altre, specialmente in Italia. Poi ci saranno le eccezioni ma è meglio non scriverlo e sognarlo soltanto.