Il punto di Calvano – 13 gennaio

La Juventus è prima, è campione d’inverno. Tutto normale o quasi. La partita dell’Olimpico di ieri sera contro la Roma ha detto molto se non tutto quello che c’è da sapere della Juventus. Se guardassimo solo il risultato niente sarebbe diverso dagli anni scorsi, vittorie e primo posto, la normalità per il calcio italiano dove i campioni d’Italia dominano da anni, un predominio assoluto. Ma torniamo a ieri sera, Sarri è stato preso per abbinare il bel gioco che è sempre mancato prima a Conte e poi Allegri ai risultati che invece sono stati dominanti in Italia e in Europa hanno portato finali di Champions, non vittorie ma comunque risultati di tutto rispetto. A oggi del bel gioco manco l’ombra, i risultati sono venuti sempre grazie ai singoli che hanno coperto anche qualche errore del tecnico. Togliere Dybala ieri sera è sintomatico, è uscito quello che per tutti era il migliore in campo fino a quel momento, inserire Danilo spostando Cuadrado avanti quando in panchina c’era Duglas Costa, sono errori che alla lunga possono pagare dazio, la Roma non ha pareggiato perché non ci ha creduto abbastanza, non è stata determinata nel momento in cui la Juventus si è sfilacciata senza poter mai ripartire. C’è stata l’occasione di Higuain con il gol annullato per pochi centimetri ma comunque i dubbi restano. La Juventus è comunque prima e se non si intende approfondire la cosa poco importa, alla fine della fiera normalmente i nodi arrivano al pettine, nel frattempo speriamo che Sarri riesca ad adeguarsi alla Juventus prima che il giocattolo si rompa davvero.<br> L’Inter è fermata dall’Atalanta, anche se vista la partita si potrebbe affermare anche il contrario, e lascia il titolo di Campione d’inverno alla Juventus. Conte aspetta acquisti, Marotta cerca l’affare, chissà se si troverà un punto d’incontro.
La Lazio ha ragione del Napoli grazie a un errore di Ospina, la Roma regala il secondo gol perché Veretout perde il pallone al limite dell’area su passaggio del portiere, d’accordo che oramai il portiere è un giocatore in più con i piedi ma quando c’è la difficoltà non sarebbe meglio spazzare il pallone il più lontano possibile? Il calcio moderno a volte si incarta su stesso trascurando che il pallone da sempre ha nelle sue cose semplici le basi per fare bene, non scivolare mai in area, proteggere il portiere il più possibile. Lasciare Ospina con una volpe come Immobile lottare uno contro uno, Ospina perde sempre. Bisogna anche riflettere a volte.
La Lazio vola, la decima vittoria consecutiva anche grazie al portiere del Napoli catapulta i biancocelesti a tre punti dall’Inter con una partita da recuperare con il Verona a inizio febbraio. Simone Inzaghi per la prima volta non si è nascosto sul discorso scudetto dicendo che manca davvero poco per lottare per il vertice, se il poco che intende il tecnico piacentino è il mercato di gennaio può dormire sonni tranquilli, Lotito e Tare non faranno nulla di diverso dagli altri anni, se capiterà l’occasione faranno qualcosa ma non è l’occasione che può aiutare la Lazio a lottare con Inter e Juventus. La Lazio non è stata costruita per vincere lo scudetto, può e deve lottare per la Champions e deve essere in Europa League, se non è chiaro questo si va fuori strada e illudere la gente. I tifosi possono e devono sognare, altrimenti non sarebbero tali, ma la realtà è quella descritta pochi caratteri fa.
Il Napoli non meritava di perdere ma il momento è questo e Gattuso non si è nascosto nella conferenza post partita. Ha bisogno di vittorie, le vittorie portano morale e entusiasmo e Gattuso e la squadra ne hanno bisogno vitale. Il tecnico Calabro vuole meritarsi il Napoli anche per il prossimo anno, l’ha detto e ripetuto, vuole partire dal ritiro per far tornare al più presto il Napoli nelle posizioni consone di classifica. Ha fatto capire che il Napoli in questi ultimi due anni ha smesso di pensare, critica velata al suo mentore Ancelotti, e una squadra che non pensa è difficile che torni a vincere. Chiaro no?
L’ultima annotazione è su Ibrahimović, qualcuno aveva già storto il naso, l’aveva bollito prima di servirlo a tavola. Quello che può dare Ibra al Milan nel breve è tanta roba, il problema semmai è la programmazione, da sempre un limite per il Milan in questi anni. Lo svedese anche a 38 anni farà la differenza in molte partite da qua a giugno, la domanda è: basterà al Milan per tornare in Europa? È a 4 punti dal Cagliari sesto con in mezzo Torino, Verona e Parma, in più c’è da capire se il Napoli tornerà quello che tutti ci aspettiamo. Forse sarà dura pure avendo Ibrahimovic in squadra ma ora Pioli ha un arma in più che gli altri non hanno.
GIUSEPPE CALVANO