- 2. You can move a mountain
3. You can break rocks
4. You can be a master
5. Don’t wait for luck
6. Dedicate yourself and you can find yourself
Sei semplici anglosassoni passi per diventare grandi. The Script docet. Dopo questa piccola mistura linguistica, andiamo ad analizzare ciò che è stato scritto. Prima cosa: di chi parliamo? Parliamo naturalmente dell’Inter, uscita sconfitta nella sfida di Seria A contro la Fiorentina nella giornata di ieri. Parto comunque dal presupposto che non ho per niente visto un’Inter brutta. Anzi, tutt’altro: ho visto una squadra propositiva, con il coraggio di andare avanti e cercare sempre il gol, evitato solo da un Neto versione salvatore della patria.
Tutti e sei i passaggi prima indicati hanno un denominatore comune, ovvero l’autostima. Sono sempre stato del parere che un giocatore lo si debba giudicare nel momento in cui fa la sua partita migliore, sminuendo il resto delle prestazioni. Questo passa da un fattore a mio parere ovvio: quando un calciatore gioca un match in malo modo, fa sicuramente del suo peggio. Quando invece la prestazione è di qualità, lo stesso avrà dato del suo meglio, dimostrando di non essere un brocco e di poter dare un ottimo contributo alla causa del suo team. È proprio da questa semplice teoria che si basa tutto il castello di parole che vi vado a raccontare.
Battere il cronometro, muovere montagne, rompere le rocce, essere un campione, non aspettare la fortuna, dedicati a te stesso e troverai te stesso. I passi del campione per essere un campione.
Non prendetemi per pazzo, ma io ho visto un Ranocchia sfoderare prestazioni d’alto livello, in passato. Proseguendo la falsa-riga della mia teoria, quindi, il Ranocchia di oggi non è altro che un’ombra, un lontano parente del reale, privato della sua autostima e del suo essere vero. Così come i vari Jesus, Campagnaro. Quello di Appiano sembra un ambiente che succhia via queste doti a chi varca quei cancelli, almeno dal 2011 a questa parte.
Non so perché, però ho la sensazione che oggi qualcosa è cambiato. And the world’s gonna know your name…