Girone A: Russia, Arabia Saudita, Egitto, Uruguay;
La Russia: La prima rappresentativa fu creata nel 1912, sotto il nome di Nazionale Imperiale ed esordì in campo europeo perdendo 2-1 contro la Finlandia. Quella compagine non brillò molto tant’è che rimediò la peggior sconfitta della sua storia, venendo surclassata dalla Germania per ben sedici reti a zero. Con la fine della rivoluzione del 1917 la squadra cambiò carta d’identità chiamandosi Nazionale Sovietica. Essa ebbe molto più successo poiché vinse un Campionato Europeo (1960) e si piazzò per tre volte seconda, mentre in campo mondiale, sei anni dopo, ottenne un quarto posto. Con la caduta del muro di Berlino e la conseguente disgregazione dell’URSS, la Federazione russa modificò per la terza volta la propria denominazione diventando finalmente Nazionale Russa a tutti gli effetti. Da rilevare che nel quinquennio 1993/1997 l’armata rossa galleggiò tra le prime venti nel Ranking FIFA, raggiungendo nel ’96 il terzo posto grazie a prestazioni di alto livello. Con l’avvento del nuovo millennio, il meccanismo quasi perfetto che permise ai russi di essere in top 20 si ruppe e iniziò una crisi profonda. Nonostante il susseguirsi di commissari tecnici, non si trovò mai un giusto equilibrio e l’armata rossa, ad eccezione del 2002, in cui compì l’impresa raggiungere la fase ad eliminazione diretta, andò sgretolandosi. La svolta ci fu con l’avvento di mister Fabio Capello, nel 2014. Dopo aver stravinto il suo raggruppamento di qualificazione alla Coppa del Mondo, collezionando 7 trionfi, 2 pareggi e 1 sconfitta, la Russia, per demeriti suoi, non raggiunse gli ottavi di finale. Dopo aver riassunto brevemente la storia degli “Orsi” andiamo ad elencare i convocati:
Ecco i convocati della Russia:
Portieri: Akinfeev (CSKA), Vladimir Gabulov (Brugge), Andrei Lunyov (Zenit)
Difensori: Fernandes (CSKA), Granat (Rubin Kazan), Ignashevich (CSKA), Kudryashov (Rubin Kazan), Kutepov (Spartak), Semyonov (Akhmat Grozny), Smolnikov (Zenit).
Centrocampisti: Cheryshev (Villarreal), Dzagoev (CSKA), Gazinsky (Krasnodar), Golovin (CSKA), Kuzyaev (Zenit), Miranchuk (Lokomotiv), Samedov (Spartak), Yerokhin (Zenit), Zhirkov (Zenit), Zobnin (Spartak).
Attaccanti: Dzyuba (Arsenal Tula), Miranchuk (Lokomotiv), Smolov (Krasnodar)
Egitto: Fondata nel 1920 in occasione delle Olimpiadi in Belgio, è la Nazionale africana più blasonata del continente. Con le sue sette Coppe d’Africa (’57, ’59, ’86, ’98, ’08, ’10) e i quindici piazzamenti tra i primi quattro posti, detengono due dei tanti record stabiliti nel corso della loro storia. Nonostante la fama e i successi in patria, ha partecipato soltanto 3 volte alla fase finale dei Mondiali, raggiungendo gli ottavi nella primissima edizione del 1934 per poi venire sconfitta dalla corazzata ungherese. Il giocatore che ha collezionato più gettoni con la maglia dei Faraoni è Ahmed Hassan (184 presenze), mentre il più prolifico è Hossam Hassan (69 reti). Continuando con qualche pillola statistica, l’Egitto ha ottenuto la miglior vittoria per 15-0 ai danni del Laos nel novembre del 1963, la peggior sconfitta invece l’ha rimediata con l’Italia nel 1928 venendo surclassato 11 reti a 3. Dopo 27 anni dall’ultima volta (1990) gli uomini di Cùper ottengono la tanto ambita qualificazione ai gironi della Coppa del Mondo. Tra i ventitré convocati spicca chiaramente il nome di Momo Salah. Dopo l’infortunio alla spalla nella finale di Champions League, ha voglia di prendersi la rivincita sul destino beffardo che gli ha tolto ciò che aveva guadagnato con lavoro ed abnegazione.
Ecco i convocati dell’Egitto:
Portieri
El-Hadary (Al Taawoun), Ekramy (Al Ahly), Awad (Ismaily), El-Shenawy (Al Ahly)
Difensori
Fathy (Al Ahly), Elmohamady (Aston Villa), Abdel-Shafy (Al Fateh), Hegazi (West Bromwich Albion), Gaber (Los Angeles FC), Gabr (West Bromwich Albion), Samir (Al Ahly), Ashraf (Al Ahly), Hamdy (Zamalek)
Centrocampisti
Elneny (Arsenal), Said (KuPS), Shikabala (Al Raed), Hassan (Kasimpasa), Sobhi (Stoke City), Hamed (Zamalek), Warda (Atromitos), Morsy (Wigan)
Attaccanti
Salah (Liverpool), Mohsen (Al Ahly), Mahmoud Kahraba (Zamalek)
Uruguay: Se parli della Celeste nelle menti di tutti i brasiliani, grandi e piccoli, è presente soltanto una parola: Maracanazo. Si perché nel lontano 1950, quando le favole calcistiche erano ancora in fase embrionale, una squadra composta da ragazzi umili e con la passione per questo sport vinse la sua seconda FIFA World Cup della storia, davanti a quasi 200.000 spettatori, di cui soltanto cento erano della Nazionale vincitrice. Per comprendere al meglio tutto ciò riavvolgiamo il nastro tornando indietro di venti anni, nel 1930 dove tutto ebbe inizio. Il primo Mondiale si giocò in Uruguay e fu vinto proprio dai padroni di casa che affrontarono in finale l’Argentina. La gara, oltre che per l’elevata posta in palio, fu sentitissima anche per la rivalità tra le due Nazioni, tant’è che l’arbitro, il belga Lagenus, pretese un’assicurazione in favore della famiglia ed una nave pronta a salpare per l’Europa entro un’ora dal fischio finale. Sugli spalti del “Centenario” gli animi erano infuocati. La Celeste andò in vantaggio subito dopo 12′ con Dorado, ma la reazione ospite non tardò ad arrivare. A metà della prima frazione gli argentini agguantarono prima il pareggio con Peucelle, poi con Stabile passarono sul 2-1. Lo stadio fu ammutolito. Nella ripresa però accadde l’inimmaginabile. Guidato dal suo goleador Andrade, l’Uruguay ribaltò totalmente le sorti dell’incontro rimontando grazie alle reti di Cea, Iriarte e Castro un’Argentina alla deriva. Alle 16:00 del 30 luglio 1930 la squadra di mister Supplici è campione del Mondo per la prima volta davanti ai 93.000 supporter di casa. Gli anni successivi però furono sterili di successi. Per cause varie molti giocatori si ritirano e la squadra fu nettamente rivoluzionata. Si arrivò così nel 1950, alla quarte edizione del Mondiale. Nel marasma generale di chi chiese un rinvio a causa delle ferite ancora non rimarginate post Seconda Guerra Mondiale e di un’Italia bi campione scossa dalla tragedia del Grande Torino, la FIFA decise ugualmente di far disputare la competizione. Gli uruguayani contro i favori del pronostico arrivarono in finale trovandosi davanti la compagine più forte del torneo, il Brasile. Addirittura il Presidente del distretto federale, Angelo Mendes de Morais, disse: “Voi brasiliani avete già vinto la Coppa del Mondo.” Forse proprio questa enorme pressione sulle spalle dei giocatori fece perdere la partita. Infatti dopo un primo tempo terminato a reti bianche, la Seleçao sbloccò il risultato grazie alla rete di Friaça al 47′. Il Maracana è una bolgia, si avvertì una scossa di terremoto in tutta la provincia. Ma la Celeste di Fontana non si lasciò intimorire e al 66′ portò il tabellino sul 1-1 con la marcatura di Schiaffino. Ai brasiliani bastava anche un pareggio, ma al minuto 79′ successe qualcosa di straordinario. Ghiggia approfittò di un errore dell’estremo difensore portando il risultato sul 2-1 per l’Uruguay. Il 16 luglio 1950, contro tutti e tutto gli uruguayani alzarono per la seconda volta la Coppa del Mondo firmando così la tragedia del Maracanazo. non c’è modo migliore che introdurre così una Nazionale che nei lontani anni ’30 e ’50 riscrisse la storia del calcio.
Ecco i convocati dell’Uruguay:
Portieri: Muslera (Galatasaray), Silva (Vasco da Gama), Campana (Independiente)
Difensori: Godin (Atletico Madrid), Coates (Sporting Lisbona), Gimenez (Atletico Madrid), Pereira (Porto), Gaston Silva (Independiente), Caceres (Lazio), Varela (Penarol)
Centrocampisti: Nandez (Boca Juniors), Torreira (Sampdoria), Vecino (Inter), Bentancur (Juventus), Sanchez (Monterrey), De Arrascaeta (Cruzeiro), Laxalt (Genoa), Rodriguez (Penarol), Urretaviscaya (Monterrey)
Attaccanti: Stuani (Girona), M.Gómez (Celta Vigo), Cavani (PSG), L.Suarez (Barcellona)
Arabia Saudita: E’ la cenerentola del girone A di questo Mondiale. Nonostante sia una delle formazioni più importanti del panorama asiatico con le sue 3 Coppe d’Asia (1984, 1988, 1996) è la meno indicata al passaggio del turno. Ma come ci ha insegnato il passato nulla è impossibile. Nasce grazie alla fusione dei migliori giocatori di Al-Wahda e Al Alhi. L’esordio assoluto nella Coppa del Mondo è datato 1990. Nel Mondiale successivo (1994) gli arabi coronano il sogno di agguantare gli ottavi di finale, ma uscirono contro la Svezia perdendo 3-1. Infatti negli anni novanta ci fu l’epoca d’oro dei Figli del Deserto. Tra partecipazioni ai vari giochi Olimpici e alle competizioni asiatiche, scalò la classifica del Ranking FIFA fino al 56° posto, che mantiene tutt’ora. Concentrandoci sulle statistiche troviamo che il record di presenze è di Al-Deayea (178), di gol appartiene Abdullah (71), il miglior risultato in una singola partita è 15-0 ai danni del Timor Est (2015) e il peggiore risale alla gara contro la Rep. Arabia Unita persa 13-1 (1961)
Portieri: Al-Qarni (Al-Ittihad), Al-Owais (Al-Ahli), Al-Mosailem (Al-Ahly), Al-Mayuf (Al-Hilal)
Difensori: Al-Harbi (Al-Ahli), Al-Shahrani (Al-Hilal), Al-Breik (Al-Hilal), Al-Mowalad (Al-Ahli), Hawsawi (Al-Ahli), Hawsawi (Al-Hilal), Hawsawi (Al-Nassr), Jahfali (Al-Hilal), Al-Bulaihi (Al-Fateh)
Centrocampisti: Al-Khaibari (Al-Shabab), Al-Khaibri (Al-Hilal), Otayf (Al-Hilal), Al-Jassim (Al-Ahli), Al-Mogahwi (Al-Ahli), Al-Faraj (Al-Hilal), Al-Abed (Al-Hilal), Kanno (Al-Hilal), Bahebri (Al-Shabab), Al-Kwikbi (Al-Ettifaq), Al-Dawsari (Al-Hilal), Al-Shehri (Leganés)
Attaccanti: Al-Muwallad (Levante), Al-Sahlawi (Al-Nassr), Assiri (Al-Ahli)