Il calcio italiano e’ allo sbando, la Nazionale e’ il punto più alto di una totale mancanza di programmazione, uno dei punti, se non il punto, più basso della storia del calcio italiano: per un attaccamento ai colori azzurri che non c’è, per i fuoriclasse che latitano, per un carisma totalmente assente all’interno del gruppo.
La ripresa del calcio italiano deve diventare un’affare di stato, deve intervenire anche la politica. Il pallone muove tante opportunita’ che ad oggi stanno mancando.
La FIGC ha bisogno non di un uomo ma di un collettivo che decida ma soprattutto che incida con riforme chiare, dirette e precise. Capacità manageriali, conoscenza del mondo del calcio e volontà di dialogo e di non battaglie personali, l’identikit perfetto porta alla soluzione paventata in queste ore, Beppe Marotta a capo del calcio italiano. Una soluzione che potrebbe mettere tutti d’accordo, il profilo dell’ad juventino merita massimo rispetto per aver riportato la Juventus in sinergia con Paratici e la dirigenza ad essere uno dei modelli migliori in Europa, serve incidere, non ordinaria amministrazione. Il doppio incarico non è possibile, il calcio italiano e il suo rilancio non può essere un’alternativa, un ripiego, una seconda chance, ma una priorità fissa, ventiquattro ore su ventiquattro. Incidere, incidere, questa deve essere la parola d’ordine in FIGC…