ESCLUSIVA – Tedeschi (ag. Fifa): “Caso Messi? Ecco di chi è la colpa. Milan, Ibra non basta”

Vivere completamente immersi nel mondo del calciomercato, che si svincola sempre di più da quello che è il calcio giocato, non è per tutti. E’ un “microuniverso” che ti porta a dover sapere tutto di tutti, se vuoi sopravvivere. E dunque, ai microfoni di Calciomercato Report, ha parlato in esclusiva Giulio Tedeschi, agente Fifa di professione che in questo mondo composto oramai da più business che pallone ha ben capito come ci si muove.

Partiamo da quello che sarebbe potuto diventare il movimento di mercato del secolo: Lionel Messi ha deciso che, salvo clamorosi ripensamenti, resterà al Barcellona. Come reputi la gestione del suo caso?

“Basta guardare la faccenda dal punto di vista normativo: ha ricevuto consigli sbagliati, è vero che tra gentlemen le parole dovrebbero avere un certo peso, ma spesso lasciano il tempo che trovano quando entrano in gioco i soldi. I contratti sono – per fortuna – ancora un baluardo di giustizia ed imparzialità, ciò che vi è scritto sopra va rispettato. Questa famosa clausola presente nel contratto del giocatore, una volta scaduta, non ha più valore e non può assumere un diverso significato solo perchè ti chiami Leo Messi. Tutto ciò deve essere per forza ricondotto ad una grande inesperienza dell’entourage dell’argentino, nello specifico di suo padre. Questa inesperienza ha condotto poi il giocatore ad un’uscita che poteva, a questo punto, evitare: la tifoseria si sente tradita, la società si è vista costretta a dare ragione ai nodi contrattuali per negargli la partenza e la frattura appare insanabile. Le norme vanno conosciute e di conseguenza rispettate, ma la dirigenza del Barça non doveva permettersi di farsi trovare impreparata. Ora si ritrova a dover ripartire da un giocatore di 33 anni, senza più motivazioni, il cui contratto scadrà tra un anno e, salvo clamorosi dietrofront, non sarà rinnovato. Avrebbero dovuto invece massimizzare, creando una super asta tra le poche pretendenti ed evitando di far andare via il giocatore a parametro zero”.

A proposito di addii in casa Barcellona, c’è anche Luis Suarez con la valigia alla mano. Fa bene la Juventus a puntare sull’uruguaiano, o magari sarebbe stato più giusto, dal punto di vista tattico, regalare ad Andrea Pirlo un centravanti come Edin Dzeko?

“Prendo in prestito le parole di grandi allenatori come Max Allegri e Arrigo Sacchi: ci sono i giocatori forti e poi i campioni, e Suarez appartiente alla seconda categoria. L’uruguaiano, in area di rigore, ha pochi eguali. Non è famoso per la sua “pacatezza”, ma questa aggressività rende i giocatori come lui implacabili in campo. Suarez è capace di fare reparto da solo, rende al meglio con un leader tecnico al suo fianco come Messi o Ronaldo, quindi io lo prenderei. La Juventus ha bisogno di un giocatore come lui, capace di far gol in tutti i modi. Una punta atipica, un po’ come lo è stato Higuain, che Pirlo ha definitivamente escluso dal proprio progetto. L’ex Liverpool è anche capace di calciare le punizioni, anche se in questi anni è stato messo in ombra da Neymar e Messi, il che farebbe di lui un colpo più che azzeccato”.

Restando in tema di leadership, il Milan ha confermato un leader per eccellenza come Zlatan Ibrahimovic per ripartire da lui e dai nuovi tasselli che si stanno aggiungendo, come Sandro Tonali. Anche in questo caso, mossa giusta?

“Ibrahimovic è dotato di un’aggressività fuori dal comune ed una voglia di dimostrare di poter dare ancora molto, il suo unico punto debole pare essere soltanto la carta d’identità. Anche in questa stagione si è dimostrato un giocatore incredibile, capace di cambiare da solo la mentalità di uno spogliatoio. La strategia di riprendere lo svedese è giusta, perchè Ibra è un elemento giusto in qualsiasi squadra lo si metta, ma credo non sia sufficiente. Le altre squadre continuano ad attrezzarsi: l’Inter si è rafforzata ulteriormente con Hakimi e Kolarov e sta costruendo una grande formazione per vincere il campionato, così come ovviamente la Juventus. Friedkin farà grandi cose con la Roma, perchè è un imprenditore che sa come spendere i propri soldi. Tonali alla fine è andato al Milan perchè Conte ha chiesto di non prendere elementi che potessero subire quel tipo di pressioni, ma il Milan con lui ha fatto un grande affare, pagato anche relativamente poco. Poi però in casa Milan non c’è nient’altro: i tifosi ora sono contenti, la strategia è giusta ma per vincere serve anche altro. Tuttavia, ci si deve anche rendere conto che ci sono dei parametri economici che i rossoneri non stanno centrando sistematicamente, perchè i risultati sportivi non arrivano. E’ la storia del cane che si morde la coda: purtroppo le società devono capire che, con il Fair Play Finanziario, si può spendere la metà rispetto a quanto si fatturi. E’ un meccanismo controverso che non sta funzionando, ci sono esempi lampanti. In questo mercato i club sono obbligati ad essere competitivi, non può più arrivare lo sceicco di turno pronto a spendere fior di milioni. Con le italiane, poi, la Uefa sembra essere molto attenta: l’Inter è dovuto uscire da un discorso di FPF che stava al di sotto dei paletti, con due passaggi societari. Il Milan deve riuscire a sbloccare questo discorso e poi fare un salto nel vuoto: investire una cifra in milioni a tre zeri e sperare di vincere in quell’anno”.

Come ti sta sembrando, invece, la strategia del Napoli? L’operazione Osimhen è un capolavoro finanziario, mentre gli esuberi ed i giocatori senza più motivazioni sono in uscita.

“Osimhen è un giocatore che, a mio parere, a Napoli farà benissimo. In questo caso sbilanciarsi è d’obbligo: vedi l’atteggiamento del ragazzo che è arrivao da così poco tempo… Ha già saputo creare un legame importante con i compagni, cosa che testimonia il suo carattere forte e la sua altrettanto fondamentale capacità di adattamento. Al Napoli serve un giocatore che “se ne freghi”, nell’accezione più positiva dell’espressione. La trattativa che lo ha portato in azzurro è stata gestita nel modo migliore possibile, risparmiando sulla cifra investita grazie alle contropartite. Il Napoli è una squadra forte perchè ha una dirigenza forte, per quanto possa essere opinabile il suo modus operandi. Osimhen, al di là dell’affare, è un vero e proprio atleta: giovane, dotato fisicamente, dal dribbling facile, che può ancora migliorare tanto. La strategia dei partenopei è giusta: possono permettersi certi colpi perchè nel Fair Play Finanziario non figura mai, non avendo mai riscontrato problemi economici. Il Napoli sarebbe libero di ivestire qualsiasi cifra, De Laurentiis però ha un progetto in mente che non prevede spese folli. Fossi nei tifosi azzurri, mi preoccuperei nel momento in cui dovessero arrivare acquisti faraonici, perchè ciò rappresenterebbe una roulette russa da parte di De Laurentiis: o si vince tutto o si va via. Il Napoli sta seguendo l’esempio dell’Inter: Suning è stato capace di ripristinare un deficit di 189 milioni, per poi tornare in attivo e costruire nel tempo una squadra competitiva”.

Si ringrazia Giulio Tedeschi per la disponibilità.

Ferdinando Gagliotti