Torna a parlare per la prima volta dopo diversi mesi di silenzio, l’ex responsabile del settore giovanile della Vigor Lamezia, Chicco Maglia che ha scelto Calciomercato Report per soffermarsi su diversi temi caldi:
Un po’ di tempo lontano dal calcio, quanta voglia c’è di ripartire?
”La voglia è tanta. Tantissima. Sono passati quasi quattro anni da quel maledetto giorno. Ma non si può dire però che sono stato completamente fermo. Dopo un pò di tempo per metabolizzare il tutto ho ripreso a studiare calcio e vedere partite. Aggiorno di continuo la mia banca dati ed ogni domenica sono in giro per gli stadi. Il calcio si evolve di continuo e non mi posso permettere di farmi trovare impreparato, e poi a stare fermo proprio non mi ci vedo. Il fatto è che mi manca proprio il contatto con lo spogliatoio ed il terreno di gioco, a chi mi domanda rispondo sempre che la cosa che mi manca di più è l’ odore del prato verde appena tagliato”.
Ora da dove sogna di poter ripartire?
”Mah io per ora sogno soltanto di ripartire, non è importante la categoria. Certo è che per meriti ero arrivato in Lega Pro e sicuramente il sogno è quello di ritrovare il professionismo”.
Che momento vive il calcio italiano?
”Beh su questo tema ci sarebbe da parlare per ore: il calcio italiano vive un momento di crisi sistematica, tecnica e finanziaria, di mancanza di talenti e di risultati deludenti, basti pensare alla mancata qualificazione all’ultimo mondiale in Russia. Uno smacco incredibile, un colpo tremendo alla credibilità del nostro movimento calcistico e che viene seguito nei mesi del torneo da altre notizie a dir poco preoccupanti: il Milan che viene stangato dalla UEFA a causa di una proprietà straniera poco chiara, il fallimento in serie di numerose squadre rappresentanti piazze storiche del pallone in Italia, le indagini sulle plusvalenze gonfiate del Chievo e del Cesena. E poi come cultura e infrastrutture siamo indietro anni luce. All’ inizio degli anni 2000 Milan e Inter fatturavano più o meno quanto Barcellona e Real Madrid, oggi fatturano meno di un terzo. Evidentemente questo è il sintomo di un declino dell’intero calcio italiano. Si dovrebbe fare un mea culpa ed assumersi ognuno le proprie responsabilità. Per quanto riguarda il lato tecnico, il cambiamento deve avvenire a cominciare dalle scuole calcio e dai settori giovanili. Si deve tornare ad insegnare calcio ed avere la pazienza di aspettare i giovani calciatori”.
Soffermandoci sulla Serie C, pensa che il nuovo percorso intrapreso negli ultimi anni sia quello giusto?
”Altro argomento scottante e delicato. Rispondo con una battuta perché veramente qui sarei troppo prolisso. Una lega che durante la stagione perde due squadre e che infligge più di 50 punti di penalizzazione falsificando di fatto i campionati che tipo di percorso pensa che abbia intrapreso?! Si dovrebbe cambiare sistema: ad esempio una salvezza, tra le altre, come quella del Messina di due anni fa, senza aver consegnato fideiussione a discapito di una Vibonese retrocessa sul campo ma con le carte in regola è inaccettabile. Cosi come è inaccettabile inserire squadre con il solo obiettivo di far numero. Si dovrebbe fare soltanto più pulizia per evitare situazioni incresciose come quella del Matera della Pro Piacenza di Cuneo e Lucchese che ancora ad oggi non sappiamo come andranno a finire”.