Il Fútbol argentino è da sempre una calamita per gli occhi degli appassionati di calcio. È lì che sono sbocciati alcuni dei talenti più luminosi di questo sport, così tanti da poter riempire libri interi. Ed è proprio di giocatori argentini che abbiamo discusso assieme a Lorenzo De Santis, agente FIFA e CEO & Founder di Estilo10, agenzia che si occupa di intermediazione e gestione della procura dei calciatori.
Partiamo proprio da Estilo10: come è nata e cosa rappresenta oggi.
“Estilo10 nasce dalla mia esperienza di intermediazione, che ormai da diversi anni mi porta a battere diverse piste straniere, Sud America e non solo. Era un’idea che avevo in mente già da un po’ quella di perfezionare il mio modo di lavorare, che poi negli anni si è evoluto anche a seconda dei cambiamenti nel mondo del calcio. Questa è un’idea nata dalla mia volontà di creare qualcosa di ancora più esclusivo e di qualità. Non è un caso che il nostro motto sia: “La ricerca di un nuovo stile, Estilo10”, quindi la ricerca di uno stile che poi vada a cercare il talento e la qualità. È stata forte la volontà di dare a mercati lontani la possibilità di venire in Europa, Italia e non solo. Creare quindi un ponte sempre più importante per mettere in comunicazione tanti campionati. Il nome tradisce volutamente l’origine spagnola, sono molto contento che tutto ciò si sia potuto verificare anche in un anno difficile come quello che stiamo vivendo. È un messaggio positivo e di speranza verso il futuro, non è un caso che il focus sui miei giocatori mi abbia permesso di riportare in Italia non solo German Denis, che da poco firmato il rinnovo con la Reggina, ma anche Juan Kaprof, ad oggi il giocatore – secondo Transfermarkt – col valore più alto di mercato (1,6 milioni di euro). Questo è un giocatore che potrà sicuramente fare molto bene in Italia, fungendo magari da apripista per altre operazioni future.
A proposito di German Denis, a 39 è ancora in condizione di poter dire la propria in un campionato tosto come la Serie B. Qual è il suo “segreto”?
“German è prima di tutto un amico, oltre che un ragazzo che ha sempre abbinato serietà e professionalità a questo lavoro. A giocare tutte le partite di campionato a 39 anni si arriva con una cura personale ed un’ambizione molto alte. Se non hai il gusto per le sfide e la consapevolezza di poterle vincere non rifiuti offerte importanti, come quelle che ha avuto Denis tra Perù, Argentina e Uruguay. Dopo aver giocato a livelli importanti in A, si rischia di “macchiare” la propria reputazione andando a giocare in Serie C, invece lui si è messo a disposizione della Reggina con grande umiltà. Ha dato una grande mano alla squadra per salire di categoria lo scorso anno, oggi è un elemento importante della formazione calabrese. Quello che lo spinge avanti è la sua determinazione di tagliare sempre nuovi traguardi, è venuto qui con l’idea di vincere in C e poi dire la propria in serie cadetta. Questo suo rendimento è stato particolarmente apprezzato a Reggio, tanto è vero che il suo contratto è stato esteso fino al 2022 prima dell’inizio della stagione corrente. Denis ha la stessa età di Ibrahimovic e, quando arrivi a giocare ad alti livelli a quasi 40 anni, vuol dire che hai qualcosa di diverso dagli altri“.
Restando in tema argentini, le condizioni di Dybala destano parecchie preoccupazioni. Il giocatore non sta bene né fisicamente né mentalmente, alla Juve è passato da crack a riserva. Deve cambiare aria?
“Su Dybala si è detto tutto e poi tutto il contrario. Lo scorso anno era dato come sicuro partente, poi è rimasto e dopo un inizio difficile ha giocato ad un livello tanto alto da vincere il premio di miglior giocatore della scorsa stagione. Credo che lui abbia bisogno di trovare continuità e sentirsi parte centrale del progetto. Viene da un serio problema fisico che lo sta condizionando, poi la Juventus ha davanti due giocatori come Morata e Ronaldo che sono quasi irrinunciabili. In questo momento Pirlo sta anche cercando di preservarlo, concedendogli un minutaggio inferiore, per essere sicuro di averlo al top nel momento importante della stagione. Dybala potrebbe andare ovunque voglia, molto dipenderà dal feeling con l’allenatore. La situazione in futuro potrebbe cambiare, considerando le voci che riguardano una possibile partenza di Ronaldo. Penso che oggi Dybala debba solo preoccuparsi di star bene, visto che nella condizione giusta può fare la differenza”.
Questione simile è quella che riguarda Lautaro Martinez. Le sue prestazioni altalenanti sono la conseguenza del momento poco felice dell’Inter oppure è con la testa altrove?
“Lautaro è un giocatore che conosco dai suoi primi passi in Argentina, ha avuto anche lui bisogno di qualche mese per adattarsi al nostro calcio. L’anno scorso ha avuto un andamento simile a quello corrente, è un calciatore che va molto “a ondate”: alterna periodi di forma smagliante ad altri di prestazioni inferiori, per poi tornare prepotentemente al top. Per l’Inter è un giocatore assolutamente prezioso, può giocare in diverse posizioni e legare bene con qualsiasi compagno di reparto. Se si parla delle cifre dello scorso anno, come gli oltre 100 milioni che voleva versare il Barcellona, si è obbligati a fare certe valutazioni. Credo tuttavia che un’Inter che vuole crescere deve alzare il livello di competitività e qualità del proprio reparto offensivo”.
C’è stato qualche talento argentino vicino alla nostra Serie A nell’ultima finestra di mercato?
“Assolutamente sì, ce ne sono stati diversi. Il virus ha obbligato l’Argentina ad un lockdown durissimo, durato sette mesi, che assieme all’ennesimo defalut ha permesso ai giocatori di lasciare i propri club a condizioni più vantaggiose. C’è grande curiosità per quei giocatori che non hanno ancora esordito, come Brunetta e Valenti del Parma, due profili molto interessanti. Tra quelli che sarebbero potuti sbarcare in A, mi sento di spendere due parole per Fausto Vera, un centrocampista dell’Argentinos Juniors desiderato dal Torino, che colpisce per il modo in cui gioca. Nonostante sia un classe 2000 sembra già un giocatore esperto e maturo. Il Toro aveva proposto circa 5 milioni, ma alla fine la trattativa è saltata”.
Ferdinando Gagliotti