Intervenuto in diretta Instagram con il nostro direttore Attilio Malena, Robert Acquafresca, ha in primis detto la sua su una possibile ripresa del campionato passando poi ad un tuffo nel passato: dalle origini, ovvero Treviso, fino ad oggi, senza dimenticare ovviamente la favola Cagliari.
“Sulla ripresa del campionato dico che bisogna innanzitutto salvaguardare la salute di tutti. Una volta fatto ciò allora si potrebbe ripartire. Speriamo che questo incubo finisca al più presto”.
Sulla carriera ancora in corso, partendo dalla tappa Treviso e il sogno realizzato: “Lo sognavo da quando ero bambino, sono contento di quello che ho fatto ma potevo fare molto di più, sicuramente. L’emozione del primo gol in A è indescrivibile: arrivavo da un anno in B dove avevo fatto bene e quello è stata un po’ come la ciliegina sulla torta. In quella partita contro la Lazio, a Roma, entravo dalla panchina e ho fatto gol di testa”.
Poi la tappa fondamentale, Cagliari: “Ho trovato un ambiente stupendo e soprattutto molta fiducia. Credo che questi due aspetti siano stati fondamentali nel far bene. Il mio gol più bello è stato in un Cagliari-Chievo, uno dei due sigilli realizzati da fuori area nella mia carriera. Ho scelto di ritornarci perché li mi sento a casa e per ricambiare tutto l’affetto, è una scelta che rifarei indubbiamente. Ero convinto di terminare la mia carriera a Cagliari ma altre vicissitudini mi hanno portato altrove”.
Un pensiero sull’ex compagno di squadra e amico Nainggolan: ” La sua forza è essere un po’ matto, altrimenti non sarebbe quello che è oggi, così forte. Un aneddoto? Avevamo scoperto che si era sposato e gli buttammo il riso nello spogliatoio”.
Acquafresca ricorda anche Bologna: “Purtroppo non è andata come speravo però la soddisfazione di vincere un campionato di Serie B è stata grande. Il gol dopo la morte di Lucio Dalla? Ricordo indelebile. Nel complesso, una bella parentesi”.
Qualche parola anche per l’esperienza Genoa: “Grande piazza, grande stadio. Bellissimo giocare lì”.
Per quanto riguarda il futuro: “Quando appenderò le scarpette al chiodo mi piacerebbe allenare. Credo che per far sì che una squadra riesca in grandi cose l’allenatore, prima di tutto, debba farsi volere bene dai suoi ragazzi”.
A CURA DI: FRANCESCO QUATTRONE