Nel corso dell’evento Fair Play and Football, ha parlato l’allenatore Franco Colomba. Di seguito l’intervista.
– Cosa sta emergendo in Serie A? Si tratta di un campionato un po’ spezzettato?
Le altre non hanno la continuità della Juventus nel rendimento e nella qualità dei giocatori. Di sicuro c’è un miglioramento in tutte le altre compagini, che rispetto agli anni scorsi tentano di giocare anche di più, anche le squadre di metà classifica. Si tratta di un cambiamento positivo per il futuro visto che dobbiamo risalire la china a livello internazionale, in più si iniziano a proporre dei giovani interessanti, come Zaniolo della Roma e Sensi, che si stanno imponendo in maniera importante.
– Si può ripartire dal momento positivo che vive il calcio italiano in Europa?
Le squadre italiane in Champions si stanno componendo molto bene, ma dobbiamo ricordare che ci sono molti stranieri in queste squadre, sono grandi giocatori che fanno risultato per i club italiani e questo deve far riflettere, non dobbiamo esaltarci troppo. Portare anche dei giovani, come sta facendo Mancini, è una grande cosa, la squadra non vive di luce riflessa ma si propone, spero possa farlo anche con squadre più titolate.
– Una carriera spesa per la panchina, ma prima da grande centrocampista. Quanto l’ha aiutata la carriera da calciatore con grande intelligenza per l’avventura in panchina?
Quando giochi per tanti anni poi ti porti qualcosa, anche solo per lo spogliatoio. Se sei un giocatore responsabile e maturo già fai un po’ l’allenatore quando giochi. Il fatto di essere stato così quando ero giocatore mi ha portato a fare bene anche da allenatore. Sono comunque due professioni diversi: da calciatore sei parte di un gruppo, a volte la tua prestazione può essere buona anche se non è andata bene, mentre per l’allenatore conta il risultato e non la prestazione singola. Sono contento, ho giocato con ottimi calciatori come Dirceu, Savoldi, Bulgarelli, Perani, Dossena, Pecci.
– Lei è uno dei pochi allenatori che oltre a tattica e tecnica ha sempre insegnato calcio
Ci si prova, è chiaro che fra i calciatori ci può essere chi ha solo bisogno di essere stimolato e chi ha bisogno di molto di più: con questi ultimi bisogna essere disponibili, farsi sentire. A volte costruisci qualcosa ma ti mandano via prima.
– Ha un legame particolare con la piazza di Reggio Calabria e con la Reggina
Torno spesso a Reggio Calabria, si è creato un legame particolare, sia per i risultati, sia per i legami umani che sono nati, sia perché i miei genitori sono calabresi di origine. Mi spiace che la Reggina sia finita nei bassifondi della C, spero che possa risalire in futuro, ma non è facile perché il calcio è cambiato e servono molti soldi anche per le categorie inferiori.