Quali sono le sue sensazioni a posteriori di una carriera straordinaria?
Ho avuto la fortuna di giocare con grandissimi campioni, questi trofei che ho vinto li ho vinti anche grazie all agrande squadra in cui militavo, avevo al mio fianco dei top player. Ho il merito di aver sempre lavorato ogni giorno da quando ho iniziato a giocare a calcio fino all’ultimo mio allenamento per far sì che le differenze che c’erano fra me e questi top player si riducessero. Serietà, professionalità e perseveranza sono state alla base del mio successo.
– Che emozione è vincere la Champions due volte?
Sono emozioni indescrivibili, soprattutto la prima è stata emozionante, anche perché abbiamo battuto la Juventus in finale e l’Inter in semifinale. Anche gli altri successi sono stati emozionanti, paradossalmente dopo la Champions nel 2003 il trofeo che mi ha emozionato di più è stata la Coppa Italia con la Lazio, perché me la sono gustata fino in fondo, ho avuto la fortuna di contribuire maggiormente per questo trofeo.
– Cosa le ha lasciato l’ambiente Lazio?
Ho avuto la fortuna di giocare in ambienti importanti e di essere apprezzato per quello che cercavo di trasmettere ai miei compagni e a chi tifava per noi. Alla Lazio ho vissuto anni importanti, sono andato lì con un po’ di scetticismo perché non ero più un ragazzino e invece ho vissuto una seconda giovinezza. Ho giocato lì per tre stagioni, purtroppo un brutto infortunio mi ha fatto chiudere la carriera in anticipo. Penso comunque di potermi ritenere fortunato.
– Che differenza c’è fra il calciatore di oggi rispetto alla sua generazione?
Ci sono differenze abissali. Quando ero ragazzino io giocavo a calcio tutti i giorni, quando finivo scuola il mio unico obiettivo era quello, mentre purtroppo oggi i ragazzi hanno più cose da fare e giocano a calcio solo quando fanno allenamento, quindi hanno meno fame rispetto a noi, prima si giocava solo a calcio, oggi si fanno i tornei di Fortnite.
– Ha iniziato un nuovo percorso col Monza…
Sì, ho trovato una squadra già formata perché il mercato era già chiuso, l’obiettivo sono i play-off, poi logicamente con l’arrivo di Berlusconi e Galliani si è arrivati a parlare addirittura di Serie A, quindi le aspettative si sono alzate, sono diventate troppo alte sui ragazzi per quello che sono abituati a fare, adesso se pareggi una partita non va più bene perché bisogna solo vincere. La nuova dirigenza cercherà di fare ciò che ha promesso, ma da gennaio in poi.
In chi si rivede?
Per giocare a grandi livelli non puoi avere solo quantità, ma anche qualità. Non è facile fare paragoni, faccio fatica a farli, anche perché non so definirmi come giocatore. Spero si formino ragazzi più forti di me, per il calcio italiano spero si formino giovani che possano riportare in alto la nostra nazione.