Verso Livorno-Pisa: storia di un’antica rivalità

“Il sogno del pisano è svegliarsi a mezzogiorno, guardare verso il mare e non vedere più Livorno”. “Nuvola atomica. Primi spaventosi effetti delle radiazioni: è nato un pisano furbo”.
Una rivalità, una delle più antiche ed agguerrite, con alla base sì motivi storici, ma anche motivi di tipo culturale, sociale, “ontologico ed esistenziale” come ha provato a descriverla qualcuno.
Da una parte Pisa, antica Repubblica Marinara, città d’arte con la famosa Torre Pendente e Piazza dei Miracoli, sede di istituti culturali d’eccellenza come la Scuola Superiore Sant’Anna e la Normale, in passato fulcro di banchieri e aristocratici.
Dall’altra parte Livorno, città portuale nata da un villaggio di pescatori per volontà dei Medici, che nei secoli ha raccolto popolazioni da ogni luogo, mercanti, marinai, minoranze perseguitate, avventurieri, banditi, centro multiculturale e multietnico, vivace e animato.
I primi tendenzialmente colti quanto i secondi ignoranti, livornesi grezzi e maleducati, pisani un po’ stupidi e “signorini”.
“Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”  si afferma a Livorno, “Le parole le porta via il vento, le biciclette i livornesi” si risponde sotto la torre pendente.
Storicamente la rivalità tra Pisa e Livorno nasce intorno al 1284, quando la Repubblica Marina di Pisa venne rovinosamente sconfitta da Genova alla Meloria, famoso scoglio della costa Livornese. Complici, come già detto, la politica medicea e il processo d’interramento del bacino di Porto Pisano durante il ‘500, Livorno diverrà il porto principale della Toscana, oscurando per sempre la supremazia marittima di Pisa. Invece di riversare il proprio odio contro Genova, i Pisani preferirono la vicina Livorno. Una corrisposta antipatia, che con gli anni è diventata leggenda.
Una rivalità ed una diversità lacerante che si manifesta ogni notte in una silenziosa guerra di confine combattuta a colpi di bombolette spray e dall’epiteto più comune d’Italia vergato su muri e cartelli stradali (Pisa/Livorno m…).
Altro punto cardine della rivalità è proprio il calcio: neanche a farlo apposta, storicamente, alle disgrazie dell’una sono corrisposte l’eccellenze dell’altra. Ed a quel punto via con gli sfottò.
Proprio sabato prossimo si andranno ad affrontare le due compagini con stati d’animo completamente opposti. Il Pisa reduce da due vittorie consecutive dopo il cambio di allenatore tra Pazienza e Petrone, servite per avvicinarsi alla vetta e proprio ai cugini livornesi, ora distanti solo 2 punti.
Gli amaranto invece reduci da due sconfitte pesanti con Monza ed Olbia, hanno perso il primato del campionato mai stato in discussione fino ad un mese fa in favore del Siena, con un nuovo ribaltone alla guida tecnica (richiamato per la terza volta in tre settimane Sottil)e si presenteranno al match con diversi squalificati ed infortunati.
Lo spettacolo sarà assicurato sicuramente sugli spalti dove si prevede il tutto esaurito (i 1440 biglietti riservati agli ospiti pisani sono stati finiti in meno di 15 minuti!!) a differenza della gara di andata, dove per problemi strutturali allo stadio e la ridotta capienza gli ultras di entrambe le squadre disertarono la partita.
Ognuno vanta con orgoglio la propria particolarità, la propria lingua e cultura, le tradizioni popolari e quelle gastronomiche, dalla partita una ne uscirà vincente e l’altra perdente, o forse verrà fuori un pareggio che non accontenterà nessuno. Quel che è certo è che la rivalità continuerà nel tempo a suon di sbeffeggi.
Simone Bernardini

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