Totti raggiunge Nordhal: la storia di un campione

Era il lontano 28 marzo 1993 quando l’allenatore della Roma Vujadin Boskov fece alzare dalla panchina ed entrare in campo un certo Francesco Totti, 16enne. Il giovane attaccante era già conosciuto nella capitale, visto che stava trascinando la Primavera allenata da Luciano Spinosi, di cui si sono perse le tracce. Totti non incise sullo 0-2 della sua squadra contro il Brescia. A Roma, però, c’è voglia di rivedere all’opera questo giovane e l’occasione arriva il 16 dicembre 1993, in Coppa Italia: Totti non segna, ma la Roma vince, anche se viene eliminata vista la sconfitta dell’andata. Il nuovo allenatore Carletto Mazzone, però, ha fiducia nel ragazzo e gli fa racimolare 8 presenze nella stagione 1993-1994, di cui una da titolare il 27 febbraio 1994 con la Sampdoria. I frutti iniziano a vedersi nel 1994-1995. E’ la Roma dei tre stranieri, Aldair, Balbo e Fonseca. Proprio questi ultimi due, insieme a Muzzi, partono favoriti su di lui nelle gerarchie, ma Mazzone il 4 settembre 1994 sceglie di schierare l’attuale capitano giallorosso: Totti lo ripaga portando in vantaggio la Roma sul Foggia di Zeman al 30′. Il match poi terminerà 1-1, ma Totti dimostra per la prima volta che avrà un futuro roseo. Al termine della stagione saranno 4 le reti del calciatore, in 21 presenze. Nel 1995-1996 diventa titolare fisso: 28 presenze e due gol più quello in Coppa Uefa, il primo in Europa, all’Aalst. Inoltre vince la finale degli Europei Under-21. Ma nel 1996-1997 la situazione per lui sembra complicarsi: l’allenatore argentino Carlos Bianchi, dopo un litigio con l’attaccante, ne chiede la cessione. Su di lui ci sono la Sampdoria e soprattutto l’Ajax, ma Bianchi viene esonerato prima dell’apertura del mercato e il nuovo mister Liedholm riparerà tutto. 28 presenze e 5 reti: arriva così a quota 11.

Nel 1997-1998 avviene la piena consacrazione grazie proprio, ironia della sorte, a Zeman. I compagni lo investono della maglia numero 10 e il suo inizio di stagione è sorprendente. Totti trova anche la prima convocazione in Nazionale (10 ottobre) e la prima doppietta in A (9 novembre), contro il Bari. Ma il 14 dicembre 1997 in un importantissimo Inter-Roma si fa espellere, rifilando una manata a Colonnese. Dopo questa partita non segna per 10 gare, ma alla 22^ giornata col Napoli torna al gol e chiude la stagione con 30 presenze e 13 reti. Nel 1998-1999 si conferma con 12 gol in 31 partite. Il 31 ottobre 1998 viene insignito per la prima volta della fascia di capitano. Nella stagione seguente vince il premio di miglior giovane con Capello in panchina. La Roma, tuttavia, non va oltre il sesto posto e Totti segna 7 reti in 27 apparizioni. In Euro 2000 porta l’Italia alla finale con un pregevole cucchiaio ai rigori che batte Van Der Sar. Nel 2000-2001 fa parte, insieme a Batistuta e Montella, del trio delle meraviglie che permette alla Roma di vincere lo scudetto. Segna 13 gol, arrivando così a 56 a 25 anni. Ormai Totti è una realtà e si fa conoscere in tutto il mondo: sfortunati i Mondiali 2002, conclusi con l’espulsione assurda decisa da Moreno contro la Corea del Sud. Il 30 ottobre 2002 mette in ginocchio il Bernabeu con uno spettacolare sinistro al volo. Successivamente è un’altra spagnola ad inchinarsi a lui: il Valencia, stordito da una sua doppietta (3-0). Nel 2003-2004 realizza ben 20 reti e contribuisce al secondo posto in campionato: sono ben 98 le sue reti. Il centesimo sigillo arriva il 3 ottobre 2004 contro l’Inter con una punizione magistrale. Il 19 dicembre dello stesso anno arriva a 108 reti con i giallorossi, superando Pruzzo. Gli Europei si concludono in anticipo: provocato da Poulsen, Totti lo colpisce con uno sputo e viene squalificato per tre giornate. Nei Mondiali 2006, però, è artefice della vittoria azzurra: un gol, contro l’Australia, e ben 4 assist nella spedizione in Germania. La finale vinta con la Francia è l’ultima partita in Nazionale per ora. Tuttavia Prandelli sta pensando di convocarlo per un’amichevole per fargli dare l’addio definitivo alla maglia azzurra. E’ forse il suo momento migliore: nel 2006-2007, sotto la guida di Spalletti, vince la Scarpa d’oro con 26 reti, battendo sul filo di lana l’olandese del Real Ruud Van Nisterlooy ed arriva 10° nella classifica per il Pallone D’Oro. Il 9 marzo 2008 taglia il traguardo delle 500 presenze, contro il Napoli, e l’8 novembre 2008 contro il Bologna scende in campo per la 400° volta in A. Il 19 aprile 2009 arriva a 175 reti, superando Amadei e diventando il giallorosso con più reti in A: il 10° posto della classifica cannonieri di tutti i tempi è sua. Il 31 maggio 2009 raggiunge al nono posto Boniperti a quota 178. Il numero 10 non si ferma e continua a scalare la classifica: il 4 ottobre 2009 raggiunge Batistuta a 184, il 23 gennaio 2010 Signori a 188, il 9 maggio 2010 supera Hamrin a 192. Il 20 marzo 2011 raggiunge e supera le 200 reti, con una doppietta alla Fiorentina: sono solo 6 i calciatori che hanno siglato più di 200 gol in A. L’1 maggio 2011 supera Baggio ed entra nella top five, con 206 reti. Nonostante l’arrivo di Luis Enrique, che non sfrutta al meglio le sue possibilità, il 17 settembre 2011 supera Facchetti a 436 presenze in A ed il 21 gennaio 2012 con una doppietta al Cesena supera Nordhal e si guadagna il primo posto nella classifica cannonieri con una sola maglia. Nel 2012-2013 torna Zeman e Totti rinasce: il 26 settembre 2016 contro la Sampdoria raggiunge Meazza ed Altafini con 216 gol e si getta all’inseguimento di Nordhal, 2° a 225. Come sappiamo, ieri ci è riuscito. Ora proverà a chiudere con più reti possibili: Piola sembra irraggiungibile, visti i suoi 290 gol (274 a girone unico), ma il capitano giallorosso è senza dubbio entrato nella storia.

Adelmo Pagliuca