Tesser a Fairplay&Football: “Mi ha impressionato la SPAL. Pordenone squadra rinnovata”

Nel corso della trasmissione Fairplay&Football è intervenuto Attilio Tesser. Ecco l’intervista integrale al tecnico del Pordenone.

D: Quella di martedì in Champions è stata una giornata sfortunata per le italiane: Inter e Atalanta hanno ceduto. Come giudica i due match?
R: “Ho visto solo la partita dell’Inter, mentre dell’Atalanta ho solo letto i giornali e visto i servizi TV, quindi su quest’ultima gara l’unico giudizio che posso esprimere è che erano di fronte agli ex campioni d’Europa e contro una squadra così importante bisogna essere al top della condizione per fare una partita con il suo valore. Peccato per l’Inter: è andata sotto a Madrid per 2-0, ha saputo recuperare ed è andata vicina al vantaggio, poi ha preso il 3-2 in contropiede con la squadra molto alta. Adesso la qualificazione è più complicata: peccato perché ha fatto una buona partita”.

D: Quanto incide in B e in Europa giocare ogni 3 giorni, anche a livello di energie?
R: “Il dispendio di energie vale anche per l’avversario. Il problema grosso e reale è che c’è un’anomalia in giro. Dal lockdown si è giocato con continuità e ci sono state poche vacanze, così in B per il Pordenone come in A. L’anomalia è che non c’è tempo per una preparazione adeguata. Giocare ogni 3 giorni per chi non è abituato è un problema in più”.

D: Quali sono le squadre di B che l’hanno impressionata maggiormente?
R: “Direi la SPAL. È una squadra retrocessa dalla A, ha mantenuto quasi inalterato il suo impianto tecnico e si è visto contro di noi. Hanno 4/5 giocatori troppo forti per la categoria. Poi ci sono altre due squadre che stanno facendo particolarmente bene. Una è l’Empoli, una delle più grandi delusioni del campionato scorso, in quanto era retrocessa A dopo anni fatti bene e aveva un impianto tecnico molto importante. Quest’anno ha trovato la quadratura e sta facendo bene al di là della sconfitta col Venezia. L’altra squadra è proprio il Venezia, che è nelle parti alte e sta facendo buone prestazioni. Zanetti ha dato da subito un’ottima quadratura alla squadra”.

D: De Zerbi è un collega innovativo, che abbina bel gioco e praticità. Qual è il suo giudizio su di lui?
R: “Il mio giudizio non può che essere ottimo, sono dati di fatto soprattutto in questo momento. Ha sempre cercato di proporre un calcio bello ed estetico e allo stesso tempo redditizio. Il Sassuolo è una società che con Carnevali che sta dando una linea importante di continuità, ha pescato giocatori – soprattutto stranieri – di grande qualità, che De Zerbi sta plasmando nel miglior modo possibile. È una squadra che gioca nel miglior modo possibile, con loro la partita non è mai finita. Non hanno solo qualità, ma anche una mentalità importante”.

D: Quanto è stato difficile lavorare sul gruppo dopo la delusione dello scorso anno, se di delusione si può parlare perché è stato un campionato straordinario che per pochissimo non vi ha visto sbarcare in A?
R: “Più che delusione c’è stato rammarico. Vorrei sempre essere ‘deluso’ così. Abbiamo fatto un campionato da protagonisti e soprattutto da grandissima sorpresa, poi abbiamo pagato dazio nel finale. Meglio così che essere inguaiati a fondo classifica o anonimamente a centro classifica. Abbiamo avuto soddisfazioni per 10 mesi, poi per una sera abbiamo masticato amaro. Quest’anno la squadra è fortemente rinnovata, abbiamo 13/14 giocatori nuovi, i giocatori sono arrivati in itinere e non insieme in ritiro per le anomalie causate dal Covid e la vicinanza fra la fine del campionato e il mercato. Per tutti è stato più complicato mettersi in moto. Il Pordenone è una realtà bella e giovane, ha una proprietà piena di passione, che sta regalando alla città e al calcio in Friuli qualcosa di bello e nuovo. Vogliamo continuare a far bene, sicuramente non siamo fra i favoriti, però proveremo a fare del nostro meglio”.

D: La sua squadra rispetto agli avversari ha sempre una bassa percentuale di possesso palla. È una sua strategia o ha giocatori che per caratteristiche non riescono a farlo?
R: “Le mie squadre generalmente giocano in verticale, con pochissimo possesso palla. Anche col Novara che vinse Lega Pro e B, anche per le caratteristiche di giocatori come Gonzalez e Bertani che avevano qualità e velocità, noi verticalizzavamo sempre: è questa l’idea del calcio che piace a me. Quest’anno abbiamo una squadra rinnovata soprattutto in mezzo al campo, hanno giocato calciatori provenienti dalla Serie C come Magnino e Rossetti, abbiamo avuto fuori Scavone e Misuraca che hanno più palleggio. Diaw si esprime al meglio in profondità. Dobbiamo trovare l’amalgama, abbiamo margini di miglioramento molto ampi”.

D: Qual è il suo parere su Adam Chrzanowski, 21enne polacco di cui si parla molto bene?
R: “È un giocatore interessante. Nasce come centrale, lo stiamo utilizzando come esterno sinistro perché in quel ruolo abbiamo solo Falasco. Sta crescendo bene, ha anche giocato in Coppa col Monza, mi ha pienamente soddisfatto. Nel calcio serve anche fortuna, sabato con l’Ascoli Falasco era fuori ma lui era infortunato, altrimenti avrebbe giocato”.

D: Nel suo 4-3-1-2 quello del trequartista è un ruolo molto importante. Quanto la soddisfa allenare Ciurria?
R: “Molto, si sta adattando. Abbiamo come trequartisti Gavazzi, che è infortunato dalla preparazione e ha un problema al tendine, e un giovanissimo come Mallamo, giocatore interessante di proprietà dell’Atalanta che lo scorso anno è stato alla Juve Stabia e che è reduce da un infortunio. Per queste assenze abbiamo messo Ciurria lì. Già l’anno scorso quando volevamo giocare più offensivamente lo schieravo lì. È un attaccante che si sta adattando bene in quella posizione”.