Squadre riserve, in Italia sarebbe veramente possibile?

In questi mesi di scandali e proteste contro il sistema calcistico italiano, sarebbe importante per l’Italia intraprendere i metodi già in uso in tutta Europa. L’idea che è nata in questi mesi è quella di un campionato “riserve”. Il concetto è molto semplice: il lunedì, si disputerebbe un campionato alternativo dove partecipano i club di Serie A con squadre composte da giocatori che trovano poco spazio nelle formazioni titolari e da giovani della primavera. Questo tipo di campionato è già in uso in Inghilterra dove è stata recentemente attuata una riforma che ha trasformato il tutto in una lega ufficiale, la “Professionale Development League” limitata soltanto a giocatori under 21. Le squadre che partecipano, non provengono soltanto dalla Premier League ma anche dalle altre leghe professionistiche. Il metodo di scelta è molto semplice: esso si basa sull’Elite Player Performance Plan, ovvero un quoziente che misura  il buon operato dei settori giovanili britannici. I migliori 22 entreranno nella Ligue1, altri 23 nella Ligue2 e i restanti nelle altre divisioni inferiori. Così facendo, si favorisce la crescita di giovani talenti e del settore giovanile in generale, in più si riesce a dare la possibilità di giocare anche a quei calciatori che non trovano spazio nelle prime squadre. In Spagna, il meccanismo è un po’ diverso. Non esistono campionati riserve ma squadre “B” e in alcuni casi “C”. Queste squadre sono formazioni secondarie che giocane nelle divisioni inferiori a quelle della sua squadra “madre”. In particolare in Spagna abbiamo Barcelona “B” e Real Madrid Castilla che giocano nella Liga Adelante (Serie B spagnola), non possono retrocedere ed essere promosse e non possono partecipare alla Coppa del Re. Nonostante queste limitazioni, le squadre citate pullulano di talenti della Cantera Blaugrana e Madridista. In questo, si valorizza ancora di più il giovane facendolo entrare subito in contatto con un campionato più o meno simile alla Liga BBVA. Anche in Germania, la struttura è la stessa della Spagna ma la divisone massima concessa è la 3.Liga ovvero la terza divisone del campionato tedesco e solitamente militano in queste squadre giocatori Under 23. In Francia, esistono le squadre riserve che militano in quarta e quinta divisione ma possono arrivare fino alla terza categoria. Queste squadre, non possono giocare la Coppa di Francia.

La rivoluzione del nostro sistema calcistico, potrebbe partire da qui ovvero dalla valorizzazione dei vivai, troppo spesso lasciati da parte o non considerati abbastanza dalle grandi società. Così facendo i giovani talenti non vengono scoperti e le big italiane, devono spendere fior di milioni per acquistare il famigerato “top palyer” che molte volte è un giovane cresciuto in una squadra europea con una tradizione del vivaio importante. Insieme alla riforma sugli stadi, il Coni e la Lega Calcio in particolare dovrebbero proporre proposte più consone che permettano al calcio nostrano di ripartire e tornare al vecchio splendore.