Serse Cosmi, la storia di un condottiero senza maschera

Serse Cosmi è il nuovo allenatore del Venezia. In giornata è arrivato il comunicato ufficiale della società lagunare che solleva dall’incarico Walter Zenga: fatale per l’ex portiere dell’Inter la sconfitta per 1-0 nel derby contro il Verona di domenica sera, la quarta in cinque giornate, e le prestazioni deludenti offerte dalla sua squadra negli ultimi tempi. Per il presidente Tacopina è il terzo tecnico in una sola stagione dopo che era stato esonerato ad inizio ottobre dello scorso anno, prematuramente forse, Stefano Vecchi.

La cronistoria

Cosmi intraprese la carriera da allenatore nel lontano 1987, ventinovenne, dopo diversi anni di dilettantismo passati tra squadre di Prima Categoria e Promozione nel ruolo di difensore. Terminata l’esperienza nelle giovanili dell’Ellera di Corciano durata tre anni, dal 1987 al 1990, il Pontevecchio – team della sua città natale – decise di affidargli la panchina della prima squadra: con essa, in cinque campionati, fece il salto dalla Prima Categoria all’interregionale. La tenacia, il temperamento e l’istinto mostrati in quei cinque anni con i “ponteggiani”, attirarono l’attenzione dell’Arezzo. Anche in Toscana il suo soggiorno durò cinque stagioni e fu ricco di successi: vittoria del campionato di serie D, dei playoff in C2 e raggiungimento degli stessi nell’annata della C1, venendo eliminato, però, al primo turno dall’Ancona.  Questi risultati gli garantirono nel 1998 il premio “Seminatore d’argento” e nel 2000 la panchina d’argento. Successivamente arrivò la chiamata più importante della sua vita: il Perugia di Gaucci in serie A. Con i grifoni conquistò la Coppa Intertoto e la qualificazione per la Coppa Uefa. Purtroppo il suo percorso nel capoluogo umbro terminò con la retrocessione amara in serie B nel 2004. Gli anni seguenti furono travagliati ma allo stesso tempo pieni di soddisfazioni: una promozione diretta in A con il Genoa revocata poi a cagione dei problemi giudiziari nei quali rimase coinvolta la società di Enrico Preziosi (2004-2005), la prima avventura in Champions League con l’Udinese (2005-2006) e la semifinale playoff di serie B con il Brescia persa contro l’Albinoleffe. La stagione 2009 alla guida tecnica del Livorno non fu tutta rose e fiori perché si concluse con una serie di dissapori con il presidente Spinelli e le conseguenti dimissioni a cagione di accuse dello stesso proprietario amaranto di “scarsa professionalità” nei suoi confronti. Non furono altrettanto fortunati i campionati nelle vesti di allenatore del Palermo (2011) – la sua esperienza durò soltanto quattro partite – del Lecce – nelle giornate conclusive i giallo rossi subirono diversi arresti e la retrocessione in “cadetteria” fu inevitabile – e del Siena dove non ottenne i risultati sperati dalla dirigenza bianconera. Nel 2014, precisamente il 24 febbraio, il Pescara decise di puntare su di lui per ottenere un piazzamento nei playoff ma lo score di 4 vittorie, 6 pareggi ed altrettante sconfitte, con conseguente quindicesimo posto in graduatoria, non gli fece guadagnare la riconferma sulla panchina dei Delfini. Nel 2015 il Trapani – all’ora in B – scelse come timoniere il tecnico di Pontevecchio. La prima stagione terminò con un undicesimo posto a più sei dalla zona playout. Il Cosmi bis fu esaltante invece: portò i granata ad un terzo posto inaspettato ad inizio agosto, con la possibilità di disputare la post-season. Purtroppo, però, nel doppio scontro finale con il Pescara ne uscì con le ossa rotte. Ottenne, nel giugno 2016, per i meriti sportivi, la cittadinanza onoraria ma quattro mesi la sua macchina venne bruciata. A fine novembre il cammino con il Trapani si interruppe con l’esonero. Ad Ascoli (2017), nonostante ottenne una miracolosa salvezza a fine stagione in B, la nuova proprietà decise di non riconfermarlo. Commovente il post su Instagram all’epoca dei fatti: “Dirsi addio non ha importanza, è il tempo passato insieme che davvero conta! Grazie Ascoli, ho dato tutto, un abbraccio!”

Oggi, 5 marzo 2019, comincia una nuova avventura alla guida del Venezia con il compito d risollevare i lagunari dal macabro filotto di pessime uscite che rischia di compromettere un posto nei playoff tanto acclarato ad inizio stagione.