PRIMA B – Rastelli ed Inzaghi, c’è una sottile ma sostanziale differenza. Arriva la sosta, inizia la caccia alla sorpresa di queste prime sette giornate

E’ arrivata la sosta. Si, di nuovo. Sembrava lontana invece piomba sempre nel momento peggiore. E quando i campionati sono fermi bisogna occupare il tempo con bilanci e considerazioni al limite del paranormale. Come l’etichetta di “sorpresa”. Dopo due giornate era la Virtus Entella a punteggio pieno, ricordo che l’anno scorso dopo le prime tre giornate di campionato questa etichetta era stata fissata al Padova. Lungi da noi “gufare” la formazione ligure che ha ben figurato in questo inizio di campionato, ma è rivolto agli esperti di Serie B per sfruttano la sosta per sparare considerazioni senza un minimo di equilibrio.
Se volete la sorpresa, ve la indico: la Salernitana. Le critiche estive sulla scelta di Giampiero Ventura ed un mercato con “il freno a mano tirato” senza nomi altisonanti. Ma lo stesso Ventura si è preso la sua rivincita, ha dato equilibrio alla squadra nonostante le numerose assenze per infortunio che hanno afflitto soprattutto il pacchetto dei difensori. Quattro vittorie, due pareggi ed una sconfitta, nel derby contro il Benevento. Dieci reti e sette subite (per gli amanti dei numeri) ed una vetta della classifica sfiorata domenica scorsa contro il Frosinone. La disattenzione sul gol di Capuano costa caro ai campani che hanno perso la possibilità di chiudere la sosta al primo posto. Sono però distanti solo un punto dal Benevento capolista. Ma questo non deve illudere i tifosi che nelle ultime settimane hanno tornato a riempire l’Arechi (frutto del buon lavoro di Ventura). Sembra retorico e ripetitivo ma la strada è ancora lunga: al rientro per la sosta potrà contare su diversi nomi importanti come Heurtaux, Cerci, Akpa Akpro e Jallow su tutti.
La prima panchina saltata in Serie B è quella della Cremonese. Quattro allenatori erano sulla graticola ma, se a La Spezia, Livorno e Trapani è arrivata la rinnovata fiducia, a Cremona è arrivato l’esonero di Massimo Rastelli che farà posto a Marco Baroni. Una scelta che lascia molti dubbi ma che mio padre, in largo anticipo, mi ha spiegato senza volere. Come ogni sabato, prima di cena, io e mio padre guardiamo l’ultima mezz’ora della gare delle ore 18. Ormai è una tradizione dalla scorsa stagione. E ogni volta parte la domanda, per motivi geografici, sui risultati finali delle formazioni campane. Gli rispondo della vittoria all’ultimo affondo a La Spezia. Papà, non un grande estimatore di Filippo Inzaghi, dopo qualche secondo di riflessione mi ha detto “Bravo Inzaghi. Dove ci sono tanti galli non fa mai giorno, ma a Benevento non è così”.
E’ la frase che mi ha fatto riflettere. Perché tra tanti nomi altisonanti, Filippo Inzaghi è stato bravo fin da subito a toccare le corde giuste e far rendere tutti al massimo delle loro qualità. L’esempio è Armenteros. Pochi sussulti negli ultimi due anni a Benevento (di cui sei mesi passati in prestito in Olanda) ma con Inzaghi ha fatto un inizio di stagione al di sopra delle attese. Ciò che non è riuscito a fare Massimo Rastelli a Cremona, chiamato a gestire un super attacco formato da Ceravolo, Ciofani, Palombi, Soddimo senza dimenticare il centrocampo e la difesa. La vittoria contro l’Ascoli non è bastata a tenere la panchina, la dirigenza dopo l’ottimo lavoro in estate ha subito deciso di cambiare la guida tecnica. Ma Rastelli non è l’ultimo arrivato, ha già gestito una situazione simile a Cagliari e a mio avviso aveva solo bisogno di tempo per oliare bene i meccanismi dei tanti calciatori che sono arrivati in estate. La sosta con ogni probabilità avrebbe aiutato la squadra a trovare la giusta strada ma la decisione è stata presa. La squadra è stata affidata a Marco Baroni, già protagonista tre anni fa a Benevento con la promozione in Serie A. A lui l’arduo compito di saper gestire le tante bocche da fuoco e trovare l’equilibrio. Compito assolutamente non facile ma molto affascinante.

A cura di Angelo Zarra