Da Moratti a Moratti, da Zanetti a Zanetti. È una notte per romantici, ma tu chiamale se vuoi, emozioni

Quella del 9 novembre 2013 è una data che resterà per sempre nella mente degli interisti, di quelle che non si vedranno più. Dal Brescia al Livorno passano 18 anni di presidenza Moratti, 18 anni di grande sacrificio, ricompensati con vittorie, ma conditi di sonore sconfitte e brutti momenti. Nessun tifoso interista potrà mai dimenticare Moratti o rinnegarlo, Moratti è l’Inter e l’Inter è Moratti. Certo questa è stata l’ultima partita del Presidentissimo come azionista di maggioranza dei nerazzurri, ma l’ha vissuta come non mai. Sicuramente Moratti di acquisti ne ha fatti tanti, ma il primo è stato un ragazzino sconosciuto arrivato dall’Argentina insieme al più quotato Rambrert, il suo nome era Javier Zanetti. Oggi dopo 18 anni, quel signore lì, si proprio lui, lo stesso di 18 anni fa, è tornato in campo dopo la rottura del tendine d’Achille a 40 anni suonati. Esatto, avete capito bene. Rottura-tendine-achille-40-anni-carriera-finita-non-per-lui. Ve lo devo ripetere ancora? Quest’uomo aggiunge al suo infinito palmares una vittoria morale, di quelle che non si dimenticano. Al suo ingresso in campo, Solamente 23 persone calcavano il campo di San Siro, ma forse tutti gli interisti con la mente e con il cuore erano lì, che correvano al fianco del loro capitano, chi in tuta, chi in pigiama, chi allo stadio, chi a casa, tutti. Erano tutti lì col cuore, a piangere dalla gioia, perché un pezzo di Inter è tornato a giocare per l’Inter. Tutti forse abbiamo un piccolo Zanetti dentro, è quella voce che ti spinge a rialzarti quando cadi, è quella forza che sotto sotto tutti hanno, quella riserva di energia che si rigenera e conserva dalla nascita alla morte.  Una canzone ormai famosa recita “… e ritrovarsi a sentire.. l’odore dell’estate, la fatica delle salite, per apprezzarle meglio, quando saranno discese, ohh, eppure è Gioia, se penso che son vivo, anche in mezzo al casino”. Pensate tutti al momento dell’ingresso in campo di Zanetti, spegnete tutto, togliete tutti, ci siete solo voi, pensate al 28 aprile, quando il capitano si ruppe il tendine d’Achille, e ora intonate questa canzone. Chiamale se vuoi, emozioni.

Grazie, capitano.

Francesco Donatelli