Longhi al giovedì – Verona da applausi, Napoli da ricerca clinica

È una neopromossa ma sta facendo faville, con una squadra di carneadi, Juric ha costruito un Verona capace di far tremare le big del nostro campionato. Non a caso, in tre giorni, gli scaligeri sono andati ad impattare in casa della Lazio, che con quei due punti sarebbe da sola in testa al campionato, e poi hanno giustiziato in casa la Juventus. Contro i campioni d’Italia, erano passati in svantaggio per il gol del solito Cristiano Ronaldo, ma hanno avuto la forza di reagire ribaltando il risultato con Borini e il sempiterno Pazzini, chirurgico dal dischetto. L’Hellas è la vera rivelazione del campionato, sesta in classifica alle spalle della Roma, l’Europa League non è un miraggio e, giocando con questo ardore e questa intraprendenza, nulla è precluso. La squadra è diventata una gioielleria, tant’è che per molti diamanti si sono scatenate delle vere e proprie aste pur di sottrarli alle brame della concorrenza. Si pensi a Kumbulla, difensore centrale che pareva ormai del Napoli ma sul quale si sono fiondati tanti altri club, tra cui l’Inter, che sembra rientrare di più nei desiderata del giocatore. La società partenopea è riuscita a strappare il sì di Rrahmani, altro difensore centrale adattabile anche come terzino, che finirà la stagione a Verona per poi trasferirsi all’ombra del Vesuvio a giugno. Poi c’è Amrabat, altro giocatore nel mirino del Napoli ma che sembra promesso sposo alla Fiorentina, sta di fatto che ci sono tanti elementi, messisi in mostra grazie al gioco di Juric, diventati oggetto degli appetiti di tanti club. Fino al termine della stagione, indosseranno ancora la maglia di un Verona che vuole continuare a stupire e, perché no, coltivare anche il sogno europeo, chi l’avrebbe mai detto ad inizio anno. Quando si gioca alla pari, come se non esistesse la differenza di punti in classifica, contro due squadre in lotta per il tricolore, significa che i valori ci sono e che i gradi di rivelazione sono stati guadagnati sul campo ora che è stato abbondantemente superato il girone d’andata.
Se l’Hellas può essere considerata la rivelazione del campionato, la vera delusione è il Napoli, che addirittura era partito, a detta del suo allenatore (Ancelotti), per essere competitivo in ottica scudetto. Ci sono stati tanti problemi, la squadra era sprofondata al settimo posto, tant’è che Ancelotti è stato esonerato con Gattuso che ne ha rilevato il posto. Con il giovane tecnico calabrese, dopo un inizio choc e tremebondo, il Napoli ha battuto la Lazio in Coppa Italia, la Juve in campionato e l’Inter a San Siro nella semifinale d’andata sempre della Coppa Italia. Solo una squadra forte può riuscire a piegare, in modo sempre meritato, le tre big del campionato, il paradosso è che, nel mezzo di questi grandi risultati, c’è stato il tonfo interno con il Lecce. Chissà chi sei, bisognerebbe chiedere questo al Napoli prendendo in prestito il bellissimo testo di una famosa canzone di Lucio Battisti. Dopo le tre vittorie consecutive contro Lazio, Juve e Sampdoria, c’era la convinzione che il Napoli potesse fare un sol boccone del Lecce in un San Paolo ritornato strapieno, invece i salentini sono stati corsari a Fuorigrotta. Dopo una prova così imbarazzante contro una neopromossa, era impensabile che gli azzurri potessero andare addirittura ad imporsi in casa dell’Inter, invece l’hanno fatto. Gattuso ha sempre definito il Napoli un malato, solo che questa cura individuata è capziosa dal momento che porta il paziente prima a ruggire e poi a cloroformizzarsi. Sicuramente non può avere ambizioni una squadra dalla quale non si sa cosa aspettarsi, perché così come può sfoggiare una super prestazione così può steccare contro chiunque, la sensazione è che ci siano dei giocatori ormai separati in casa. Si pensi a Koulibaly e Allan, che fino all’anno scorso rappresentavano l’ossatura della squadra, ma che sembrano ai margini del nuovo corso e che, quando impiegati, offrono prestazioni mediocri, per non dire altro.

A cura di Maurizio Longhi