Longhi al giovedì – Occhio all’Europa? Prudenza, prima la salvezza

Guai a parlare di svolta. Lo si è fatto troppe volte quest’anno in casa Napoli, ma adesso sembra davvero che qualcosa sia cambiato. Il Napoli di Gattuso è lontano anni luce da quello liquido (e inconsistente) di Ancelotti. Contro la Sampdoria è arrivata la terza vittoria consecutiva, dopo quella in Coppa Italia con la Lazio e in campionato contro la capolista Juventus. E’ un Napoli ritrovato, che vuole imporsi attraverso il gioco, che reagisce alle difficoltà e che sa soffrire. Contro la Samp si sono evidenziate, comunque, delle asprezze, probabilmente ancora il retaggio dell’interregno ancelottiano. Sullo 0-2, maturato dopo poco più di un quarto d’ora di gioco, si pensava che la partita non avesse più storia, poi è bastata la prodezza di Quagliarella per rimettere i blucerchiati in partita e disorientare i partenopei. Nella ripresa, la Samp aveva preso in mano le redini del gioco e il pari, arrivato grazie al rigore trasformato da Gabbiadini (altro ex), era nell’aria già da diversi minuti. In quel momento, è ritornato il vero Napoli, che fino a due mesi fa si sarebbe sfarinato fino a soccombere, anche in malo modo. Nella notte di Marassi, invece, è salito in cattedra il nuovo acquisto Demme, che si rivela sempre più prezioso, segnando il suo primo gol in maglia azzurra nonché il terzo in tutta la sua carriera. Pare che il suo blasonato e pesante nome di battesimo (Diego), sia più uno stimolo che un fardello per lui, che ha fortemente voluto Napoli nonostante il suo Lipsia, di cui era leader e capitano, veleggiasse in testa alla Bundesliga. Nel momento di maggiore forcing degli uomini di Ranieri alla ricerca del pari, ci ha pensato Mertens a far scorrere i titoli di coda sulla partita, il belga si avvicina sempre di più a superare Hamsik nella classifica dei migliori marcatori della storia del Napoli. Al di là di qualche limite che ha dilapidato l’iniziale vantaggio di due reti e che poteva costare altri punti, Gattuso pare che sia riuscito a toccare le corde giuste per rendere il Napoli finalmente una squadra, dal momento che ne aveva perso i connotati con la precedente gestione tecnica. Sebbene la difesa fosse ancora priva di un centrale di ruolo, tant’è che Di Lorenzo è stato costretto a fare di nuovo gli straordinari accanto a Manolas, i partenopei mostrano maggiore dinamismo e convinzione. Naturalmente, le vittorie contro Lazio e Juventus hanno alzato il livello di autostima della squadra, per questo dopo il pari di Gabbadini non si è disunita ma ha pensato di poter condurre in porto una vittoria importante. Curiosa la staffetta Lobotka-Demme al centro della mediana a tre. Lo slovacco era partito titolare per l’influenza che aveva colpito l’italo-tedesco dimostrando grande sagacia tattica e qualità nei piedi. Sicuramente anche l’ex Celta Vigo sarà molto utile e si ritaglierà il suo spazio, poi la stanchezza ne ha appesantito le gambe ed è stato sostituito da Demme che, evidentemente, aveva smaltito alla grande i sintomi dell’influenza issandosi a match winner del monday night. Ora ci si chiede se il Napoli potrà rosicchiare altri punti ad Atalanta e Roma per sperare in un clamoroso reinserimento nella corsa al quarto posto, che francamente appare improbabile, mantenere un profilo basso è d’obbligo in un’annata così sciagurata. Guai a pensare che il malato sia ritornato arzillo e baldanzoso come un tempo, sicuramente si può dire che la reazione è quella di chi è sulla via della guarigione, ma pensare di scalare troppe posizioni in classifica è una ambizione che appare smodata. L’Europa League è ancora possibile, se Gattuso dovesse essere interrogato a tal proposito, risponderebbe che l’obiettivo è arrivare il prima possibile alla soglia dei 40 punti. E sarebbe la risposta più opportuna e saggia.

A cura di Maurizio Longhi