Longhi al giovedì – La Lazio delle imprese impossibili

Questa Lazio sembra riuscire a fare anche ciò che sembra impossibile e ora parlare di scudetto non è più da folli. Sono otto le vittorie consecutive in campionato, la striscia è iniziata proprio dopo un pari che sembrava impossibile da poter ottenere. Contro l’Atalanta, all’intervallo, gli orobici erano in vantaggio di tre reti, ma nella ripresa è venuta fuori la furia biancoceleste che ha portato al pari: 3-3. Da lì la Lazio non si è più fermata, come se quel pari avesse conferito agli uomini di Simone Inzaghi quella dose di autostima e consapevolezza che serviva per sentirsi grandi. Proprio Simone Inzaghi è il condottiero di una Lazio che si è issata ad un passo dalla vetta, ora sia la Juve che l’Inter commetterebbero un grosso errore nel sottovalutare la compagine capitolina, per la quale, almeno ufficialmente, l’obiettivo resta sempre la Champions. Ma dalle parti di Formello si sa bene che le stagioni magiche esistono, questa ne sembra avere tutti i crismi, però, è sempre meglio mantenere piedi per terra e profilo basso. E’ la tifoseria, giustamente, ad essere in estasi, questa Lazio vince emozionando. Sembrava impossibile che potesse battere la Juventus, invece, ci è riuscita dopo essere passata in svantaggio rifilandole tre gol. Una vittoria che, in campionato, mancava da ben sedici anni, dal lontano 2003. Contro il Cagliari, nell’ultima partita di campionato, sembrava impossibile che potesse portare a casa l’intera posta in palio visto che, quando l’arbitro ha assegnato il recupero, erano i sardi in vantaggio. Ebbene, nel recupero, Luis Alberto e Caicedo hanno ribaltato il risultato dando seguito a questo grande sogno. Quando si segnano addirittura due gol nel recupero, in un ambiente incandescente come quello della Sardegna Arena, significa che si ha un cuore immenso. Quando si pensa che anche l’ultimo secondo di una sfida può essere quello decisivo, allora queste sono le squadre alle quali nulla è precluso.
Infatti, nulla è precluso a questa Lazio, che oltre a sognare in campionato, può tirare un altro scherzetto alla Juventus sottraendole la Supercoppa Italiana. Ci sarà un Sarri motivatissimo a mettere in bacheca il suo primo trofeo da allenatore bianconero, ma questa è una Lazio imprevedibile, e proprio la Juve ha sperimentato sulla propria pelle quanto i biancocelesti targati Inzaghi siano insidiosi anche nelle finali. Quando la realtà supera ogni più rosea aspettativa, allora succede che anche l’eliminazione dai gironi di Europa League passi in secondo piano, edulcorando una delusione che, in caso di campionato anonimo, avrebbe fatto da detonatore a critiche feroci. Come dimostrato anche dalle ultime due partite, quelle che hanno certificato lo stato di grazia della Lazio, questa squadra non è Immobile dipendente, anche se l’oplontino vanta numeri stratosferici con 17 gol in 15 presenze. Un cannibale. Però, anche quando non segna il bomber torrese, la Lazio non si ritrova con le polveri bagnate come succedeva negli anni scorsi, anzi, esalta le caratteristiche di altre sue stelle pronte a brillare, e ce ne sono molte. Quando tutto gira così a meraviglia, se non c’è Immobile ci pensa Caicedo, del quale in molti auspicavano la cessione non confidando nel fatto che potesse rivelarsi una risorsa preziosissima, a tratti indispensabile. Si dice che, per rendere più competitiva questa squadra, ci sia bisogno di qualche rinforzo nel mercato di gennaio, anche se c’è chi è scettico sapendo che Lotito difficilmente fiuta affari nella finestra invernale. E’ una Lazio a cui nulla è impossibile: prima della gara di campionato con la Juve ci si chiedeva se i bianconeri, reduci dallo scialbo pari con il Sassuolo, avrebbero steccato due partite consecutive. Ora ci si chiede se la Lazio potrà riuscire nell’impresa di giustiziare i campioni d’Italia per due volte nel giro di altrettante settimane.

A cura di Maurizio Longhi