Longhi al giovedì – Dalla magia del Cagliari al clamoroso in Serie D

Anche se per la vetta della classifica è un testa a testa tra Juve e Inter, la copertina della serie A se la guadagna il Cagliari. I sardi sono sul podio insieme alla Lazio, altra squadra rinata, ma è quella di Maran che sta facendo parlare molto di sé. Sono passati dodici giornate, non poche, e il Cagliari è lì tra le grandi, con tanta voglia di non sentirsi inferiore e non lo è affatto. Dopo un inizio ad handicap con due sconfitte, è stata inanellata una serie di dieci risultati utili consecutivi, ma nelle ultime giornate si è vista una squadra, oltre che vincente, addirittura straripante, andata prima a dettare legge in casa dell’Atalanta per poi rifilarne cinque alla Fiorentina. Non può essere un caso tutto questo, magari la Champions resterà solo un sogno, ma questo Cagliari non deve porsi limiti coltivando quell’incoscienza tipica delle matricole terribili. Applausi a Maran, il condottiero di questa ciurma che vuole andare all’assalto di un sogno, ma anche alla società di patron Giulini, che ha saputo investire in maniera intelligente e assennata il tesoretto incassato dalla cessione di Barella. Con quei soldi si è puntato proprio a costruire un grande reparto di centrocampo con Rog che finalmente sta dimostrando il suo valore rimasto inespresso a Napoli, con Nandez strappato al Boca Juniors di cui era un elemento importantissimo, con Nainggolan che ha voluto fortemente ritornare in maglia rossoblu. Proprio il Ninja sta dimostrando di essere un giocatore fenomenale quando è in forma, contro la Fiorentina è stato l’eroe della vittoria sarda con tre assist e un gol da copertina, devastante è dire poco, un ciclone impressionante e travolgente. Ma questa squadra è una orchestra che gira a meraviglia, ha subito dodici gol, quanti ne ha subiti l’Inter, i numeri sono tutti dalla parte di un Cagliari che, con merito, tiene alle sue spalle compagini come Napoli, Roma e Atalanta. Si pensava che la stagione potesse prendere una piega indesiderata dopo i gravi infortuni occorsi a Cragno e Pavoletti, due che rappresentavano l’ossatura dei rossoblu, e i due tonfi iniziali, invece, senza accampare scuse, mister Maran ha lavorato con diligenza e professionalità per rendere il suo Cagliari capace di issarsi nelle zone nobili della classifica.
Ora facciamo un triplo salto carpiato passando dalla serie A alla serie D. Nel girone I, c’è un Palermo che ha subito fatto il vuoto dietro di sé come un rullo compressore vincendone dieci su dieci. Un messaggio rivolto a tutto il girone: “Si lotta dal secondo posto in giù”. Del resto, il pubblico rosanero sogna di ritornare nel più breve tempo possibile nel calcio che conta, lì dove ha dimostrato di saperci stare da protagonista, ricordiamo i tanti campionati in cui il Barbera era un fortino inespugnabile anche per le big, tra le quali si poteva annoverare lo stesso Palermo. Ebbene, proprio quel Barbera in cui sono cadute vittime illustri, è stato violato all’undicesima giornata dal Savoia. Una giornata storica per il club campano di Torre Annunziata, che ne ha rievocato un’altra giocata nello stesso stadio, nel ’99, e finita con lo stesso risultato. Quella vittoria permise al Savoia di guadagnarsi, ai danni del favoritissimo Palermo, la finale che le avrebbe consentito di approdare per la prima volta in serie B. Corsi e ricorsi storici, prima Masitto, poi Diakite vent’anni dopo, l’ebbrezza di sentirsi padroni in casa dei nobili, il calcio regala questi momenti epici che entrano di diritto nelle pagine più belle della storia di un club di provincia. Nel calcio ci sono imprese che un giocatore ricorderà per tutta la sua vita, perché si realizza ciò che sembrava impossibile. Si pensava che questo Palermo le avrebbe vinte tutte in scioltezza, invece, è caduto nel proprio fortino per mano di un Savoia che ora inizia seriamente a coltivare il sogno di poter accompagnare i siciliani in una categoria superiore. La leadership rosanero non è in discussione e non lo sarà mai, ma il calcio ancora una volta dimostra di essere uno sport che sfugge ai pronostici, dove Davide non deve mai partire battuto prima di fronteggiare il gigante Golia.

A cura di Maurizio Longhi