Longhi al giovedì – Breve riassunto del 2019 calcistico

È appena iniziato il 2020 e ci chiediamo cosa ci riserverà a livello calcistico, sono tante le domande, la prima riguarda la leadership del campionato italiano: resterà ancora nelle mani della Juve o l’Inter riuscirà a spezzare l’egemonia bianconera? Sarà solo una volata a due o una delle due romane potrà inserirsi? Ma più che fare previsioni per il nuovo anno, meglio ripercorrere brevemente le tappe più significative del 2019 che ci siamo appena messi alle spalle. La Juve avrà anche vinto l’ottavo scudetto, ma nel primo anno in maglia bianconera di Cristiano Ronaldo ci si aspettava molto di più. Perché ci si è limitati al tricolore, poi in Coppa l’Italia l’Atalanta ha travolto i bianconeri, eliminati anche dalla Champions per mano dell’Ajax. Con l’inizio della nuova stagione e l’avvicendamento in panchina da Allegri a Sarri, la Juve di Cristiano Ronaldo ha visto sfumare anche la Supercoppa vinta con merito dalla Lazio. Un anno solare non indimenticabile per la Juve, culminato con la conquista dell’ennesimo scudetto, solo che almeno per il momento l’acquisto di Cristiano Ronaldo non ha reso la squadra quella macchina da guerra che ci si aspettava. Sono state citate già due squadre parlando di Madama: Lazio e Atalanta. Sono quelle che si contendono lo scettro di questo 2019, anche se per motivi diversi, sta a voi scegliere a chi assegnarlo: se alla squadra che si è aggiudicata due trofei (Coppa Italia e Supercoppa) o a quella che si è guadagnata la Champions per la prima volta nella sua storia riuscendo nell’impresa di accedere agli ottavi pur avendo perso le prime tre partite del girone. Chi merita lo scettro tra le due? La Lazio di Inzaghi che ha arricchito la propria bacheca o l’Atalanta di Gasperini che, da realtà provinciale, si ritrova tra le big d’Europa? Sicuramente entrambe hanno chiuso l’anno tra onori e peana. La Lazio ha battuto due volte la Juve nel giro di due settimane (sempre con un netto 3-1), mentre l’Atalanta ha rifilato un perentorio 5-0 al Milan. Il 2019 ha sancito anche il fallimento del ritorno di Ancelotti in Italia. Era ritornato tra le fanfare dei media, forte dei successi ottenuti in giro per il mondo, ma il pluridecorato emiliano ha lasciato il Napoli al settimo posto, ragion per cui la società ha deciso di sollevarlo dall’incarico, forse tardivamente. Un 2019 negativo per la squadra partenopea, l’unica nota positiva arriva dalla Champions, con il girone superato e con la doppia sfida con il Barcellona all’orizzonte, per il resto c’è davvero poco da salvare.
Ma con un tecnico che va (in Premier) due ne arrivano, sempre dall’Inghilterra. Se Ancelotti è ritornato in terra britannica, stavolta alla guida dell’Everton, in quest’anno Conte e Sarri hanno rimesso piede in Italia dopo l’esperienza al Chelsea. E, a differenza di quei tecnici ai quali viene dato addirittura l’anno di transizione con una nuova squadra, mister Conte ha subito reso la sua Inter competitiva per lo scudetto, tant’è che attualmente è appaiata in testa alla classifica con la Juventus, nonostante i numerosi infortuni che hanno decimato l’organico e imposto al tecnico scelte obbligate. Mister Sarri, invece, che in maniera sorprendente ha ceduto alle lusinghe della Vecchia Signora senza tenere conto del fatto di averla combattuta e osteggiata anche aspramente in passato, ha la grande occasione della sua vita per vincere in Italia. Il primo trofeo che avrebbe potuto conquistare l’ha perso nella finale a Riad della Supercoppa contro la Lazio, mentre in campionato c’è da piegare la concorrenza dell’Inter e, perché no, anche della stessa Lazio, mentre in Champions è stato superato in scioltezza un girone abbordabile. L’ultima parte 2019 ha visto nascere una Roma diversa dopo le vicissitudini dello scorso campionato, quella affidata alla guida di Fonseca sembra essere una squadra più consapevole dei propri mezzi e in grado di riaccendere l’entusiasmo dalle parti di Trigoria. Neanche il nuovo anno, invece, ha ridato linfa ad un Milan che si ridimensiona sempre di più, chissà che il ritorno di Ibrahimovic, tanto agognato nonostante l’anagrafe, non renda il 2020 più elettrizzante per una squadra da encefalogramma piatto negli ultimi mesi. Poteva essere un anno nefasto per la Fiorentina di Montella che ha rischiato seriamente di sprofondare tra i cadetti, poi l’arrivo di Commisso alla presidenza e qualche colpo importante di mercato, vedi Ribery, aveva riacceso la passione nei tifosi viola, ma i risultati sono rimasti mediocri e deludenti tant’è che era ormai inevitabile dare il benservito a Montella. Per chiudere, è giusto sottolineare che questo 2019 ha riportato il Cagliari a ridosso delle grandi del campionato italiano, merito di una società che ha messo a disposizione di Maran un organico competitivo per alzare l’asticella delle ambizioni. Ora staremo a vedere le emozioni che ci regalerà il nuovo anno.

A cura di Maurizio Longhi