Longhi al giovedì – 31 ottobre

Turno infrasettimanale pieno di sorprese e polemiche. Quest’anno la volata scudetto sarà una corsa a due tra Juventus e Inter, chissà se l’Atalanta possa davvero configurarsi come la terza incomoda, per il momento sicuramente lo è. Partiamo proprio dagli orobici, il cui gol del pari al San Paolo, firmato da Ilicic, ha scatenato una infinità di polemiche che ancora non accennano a placarsi. In effetti, ancora non ci si spiega come mai l’arbitro Giacomelli non sia andato a consultare il Var quando era evidente il placcaggio di Kjaer su Llorente nell’azione che poi avrebbe portato al gol del 2-2. La decisione dell’arbitro di confermare il gol ha mandato su tutte le furie i giocatori del Napoli che quasi non volevano riprendere la gara e con Ancelotti, noto per il suo candore e la sua pacatezza, che si è beccato una espulsione. Per quanto il Napoli debba recitare il mea culpa per essersi collettivamente addormentato nell’azione che ha portato al gol di Ilicic, la partita è stata condizionata da un episodio determinante nonché clamoroso per la sua evidenza. Sta di fatto, tralasciando le polemiche, che l’Atalanta è uscita indenne dal San Paolo consolidando il suo posto nel podio, mentre il Napoli, se non dovesse fare risultato in casa della Roma, piomberebbe in una crisi. Proprio la Roma ha superato il Napoli in classifica andando ad imporsi a Udine con un poker nonostante una inferiorità numerica per larghi tratti della gara. L’espulsione di Fazio è arrivata quando i giallorossi erano in vantaggio di un solo gol, aver dilagato nonostante l’handicap numerico valorizza ulteriormente la serata di grazia di una Roma che ha ritrovato consapevolezza e autostima. Alla lotta Champions sono iscritte anche Cagliari, che ha vinto di misura contro il Bologna (da applausi il cammino degli uomini di Maran), e Lazio, a valanga su un Torino apparso derelitto, ancora sugli scudi Immobile con una doppietta. La maglia biancoceleste ha reso il bomber di Torre Annunziata più cecchino che mai, dodici i gol segnati in campionato e primato solitario nella classifica cannonieri.
La parentesi sulla bagarre Champions, non ci ha distolto dal duello tra Juve e Inter per la leadership della classifica. Sembrava proprio che fosse la giornata favorevole agli uomini di Conte, che nell’ultimo turno, impattando in casa col Parma, non avevano approfittato del mezzo passo falso dei bianconeri a Lecce. I nerazzurri, a fatica, avevano vinto nell’anticipo in casa del Brescia, decisiva la coppa d’attacco Martinez-Lukaku, l’attesa era per la gara della Juve che, sulla carta, non avrebbe dovuto avere grossi problemi in casa con il Genoa, sebbene l’avvento di Thiago Motta avesse ridato dignità ai rossoblu, ritornati alla vittoria con il Brescia. Invece, dopo il botta e risposta Bonucci-Kouamè, la squadra di Sarri ha faticato a trovare il bandolo della matassa per scardinare il fortino ligure e, a recupero iniziato, sembrava proprio che i campioni d’Italia fossero condannati al secondo pari consecutivo. Poi è successo di tutto, col gol di Cristiano Ronaldo annullato dal Var e il rigore trasformato proprio dal portoghese a tempo ormai quasi scaduto. La vittoria della caparbietà, si potrebbe dire, di chi ci crede fino all’ultimo senza mollare mai, la grande squadra si vede anche da questi aspetti. L’Inter è consapevole che, se vuole disarcionare Madama dal trono, dovrà moltiplicare le forze perché è una squadra che, indipendentemente dalla guida tecnica, non muore mai. Se la Juve, comunque, deve penare fino a recupero inoltrato, con un uomo in più (espulso Cassata), per imporsi su una avversaria invischiata nei bassifondi, tra l’altro dopo aver pareggiato in casa di una neopromossa, significa che in questo campionato non esistono partite scontate, ciò rende tutto più bello e incerto. Al di là della beffa finale, la cura Thiago Motta ha sortito i primi effetti per il Genoa, ma se per i grifoni il recupero è stato fatale, per l’altra squadra di Genova, la Samp, l’extratime ha fatto sì che si evitasse la sconfitta contro il Lecce. L’avvento di Ranieri, per il momento, non ha risolto i problemi che attanagliano i blucerchiati, dai quali ci si attende un cambio di passo. Nel segno di Castrovilli, la Fiorentina si è aggiudicata in rimonta la partita in casa del Sassuolo, a suonare la scossa ci ha pensato ancora una volta questo gioiellino classe ’97 che, al suo primo anno in massima serie, pare destinato a diventare una stella del calcio italiano.

A cura di Maurizio Longhi