Leonardo e il ritorno del figliol prodigo: il profilo del nuovo direttore tecnico rossonero

(Fonte Milan Twitter)
(Fonte Milan Twitter)

Nelle ultime settimane a Casa Milan si respira aria nuova. Col cambio al timone, la nuova proprietà Elliott sta apportando diversi cambiamenti nel management portando una ventata d’aria fresca nella società rossonera. In particolare, la prima ufficialità a riguardo è stata il ritorno a casa di Leonardo de Araujo, ex giocatore prima e dirigente ed allenatore poi del Milan ai tempi di Berlusconi e Galliani.

Singer e i suoi uomini, dopo il rinnovo del CdA lo scorso 21 luglio, ha ufficializzato l’assunzione del brasiliano. Una scelta oculata ricaduta su un uomo di calcio competente e con un importante passato rossonero. Un ritorno, quello di Leonardo, che ha un po’ diviso il tifo milanista: tra c0loro entusiasti per un dirigente con una figura così rilevante nel suo mondo e gli scettici che ancora non perdonano al dt la sua parentesi nerazzurra e vedono in lui un traditore.

Ma analizzando la sua carriera, non si può non dare ragione, almeno per il momento, alla scelta di Elliott. Certamente saranno i fatti a dare ragione a Leonardo, ma il suo curriculum parla chiaro: dopo una carriera da calciatore passata tra Brasile, Giappone ed Europa, in particolare Valencia, Paris Saint-Germain e Milan, appunto, il brasiliano intraprende la sua carriera da dirigente cominciando proprio dal Milan. Nel suo compito da emissario in Sud America e soprattutto nel suo Brasile, ha un ruolo fondamentale per la scoperta e l’acquisto di fenomeni come Kakà, Pato e Thiago Silva.

Nel 2009 la carriera ha una svolta: Leonardo diventa il nuovo allenatore del Milan, esperienza però non felicissima. Al termine della stagione le due parti si dividono e il brasiliano il dicembre seguente subentra a Benitez sulla panchina dei cugini, Ed è proprio questa la macchia che alcuni tifosi rossoneri non riescono ancora a digerire. Anche questa avventura è breve: Coppa Italia in bacheca e secondo posto in campionato non bastano per la conferma.

Nel luglio del 2011 torna dunque ad un ruolo dirigenziale, con il ruolo di direttore sportivo del PSG, altra sua ex-squadra da calciatore. La sua avventura parigina dura due anni, dopo dei quali Leonardo rassegna le sue dimissioni per via di una squalifica che ne stava condizionando e ne avrebbe ulteriormente condizionato l’operato. Durante la sua permanenza nella capitale francese Leonardo si rende  protagonista di campagne acquisti faraoniche condite dagli acquisti di Thiago Silva, Ibrahimovic, Cavani e Verratti tra gli altri e con la conquista del primo campionato della lunga serie vinta dai parigini.

L’ultima esperienza prima del ritorno al Milan è stata quella poco felice alla guida tecnica dei turchi dell’Antalyaspor. Ma ciò non cancella una carriera ricca di successi e di operazioni azzeccate. E proprio queste saranno la cartolina, il biglietto da visita di Leonardo per i suoi nuovi vecchi tifosi. Non resta che augurargli una buona fortuna, anche se non ne avrebbe nemmeno bisogno, per questa nuova sfida.