L’Avellino torna in B dopo 4 anni

L’Avellino torna in Serie B. I biancoverdi dopo il fallimento nel 2009 partirono dalla D ed ora dopo soli 4 anni si ritrovano nel campionato cadetto.

Dopo un campionato anonimo sotto gli ordini di Bucaro, il presidente Taccone per centrare almeno i play-off ha puntato su un allenatore emergente: Massimo Rastelli. L’ex attaccante già conosce la piazza, avendoci giocato da calciatore, e vanta una buona salvezza ottenuta col Portogruaro ed una promozione in Prima Divisione con la Juve Stabia. Non è poco, se si considera che è nato nel 1968.

L’Avellino fa una buona campagna acquisti, che porta in Irpinia tra gli altri i due ex Nocerina Castaldo e Catania e il Pitone Biancolino. Arrivano in sordina anche l’ex portiere del Barletta Di Masi, il giovane terzino Bittante dalla Fiorentina e il centrocampista Angiulli dal Pergocrema.

Il campionato, però, non inizia nel migliore dei modi, almeno per quanto riguarda le prestazioni. Alla prima giornata un pareggio interno col modesto Prato, poi una vittoria con la Carrarese maturata grazie ad un rigore e la brutta prestazione interna con la Paganese, che porta tuttavia un altro punto ai biancoverdi. Cinque punti in 3 partite sono un buon bottino, ma la squadra non sembra all’altezza del Perugia. Ma dal derby vinto a Benevento gli irpini hanno raggiunto la consapevolezza di poter fare grandi cose. Dopo la quinta giornata, giocata contro il Barletta, grazie ad un gol di Castaldo l’Avellino si trova in testa con 11 punti, con due punti di margine sul quartetto Frosinone-Perugia-Benevento-Latina.

Il campionato di Lega Pro, però, è sempre imprevedibile ed il primato della squadra di Rastelli dura una sola giornata: il 7 ottobre il Frosinone vince lo scontro diretto e va in testa, insieme al Latina. Seguono due punti in due partite: l’Avellino è fuori dalla zona play-off e la testa della classifica dista 3 punti. La vittoria contro il Sorrento sembra un fuoco di paglia, visto che la settimana dopo i biancoverdi perdono a Nocera. L’Avellino, però, si riscatta con 10 punti in 4 partite e si ritrova alla penultima giornata del girone d’andata in testa, seppur con una classifica molto corta, che vede 9 squadre in 6 punti. L’Avellino chiude il girone d’andata schiantando 0-3 il Pisa: sembrano gli irpini ed il Latina a doversi giocare la promozione.

Fra Avellino e Latina nasce una grande rivalità sportiva, come spesso capita quando due squadre lottano per un obiettivo comune. E’ una lotta aperta, con provocazioni fra i tifosi all’ordine del giorno: sembra di rivivere il duello Juventus-Milan dell’anno scorso. I tifosi nerazzurri storcono il naso per il numero alto di rigori fischiati a favore dei campani. L’8 gennaio la rivalità, sportivamente parlando, fra i due club arriva al culmine. Il Giudice Sportivo a sorpresa decreta lo 0-3 a tavolino a favore del Latina per la gara contro la Paganese, sospesa sullo 0-0 per impraticabilità di campo. I pontini salgono così in testa alla classifica, con un punto di vantaggio. Ai tifosi irpini, però, non va affatto giù la sentenza e gridano al campionato falsato.

L’Avellino alla fine del mese di gennaio e all’inizio di quello di febbraio ha una forte flessione: arrivano due sconfitte pesanti di fila, prima a Pagani per 4-1 e poi in casa col Benevento nel derby per 0-2. Il Latina nel frattempo allunga a +5. Ma l’8 febbraio cambia tutto: viene accettato il ricorso della Paganese e i nerazzurri sono costretti a rigiocare la partita. I pontini sono dunque primi con due punti di vantaggio e una partita in meno, ma i tifosi dell’Avellino sanno bene, anche perché l’hanno imparato sulla loro pelle, che quello di Pagani è un campo ostico e quindi non è detto che il Latina torni a +5. Si decide però di giocare il match il lontano 28 marzo. Latina ed Avellino continuano a rispondersi colpo su colpo fino al 3 marzo. Da quel momento i laziali ottengono, compreso il recupero con la Paganese, 3 punti in 6 partite, contro i 13 in 5 match dell’Avellino.

Quando le due squadre si affrontano, alla 27^ giornata, gli irpini hanno ben 8 punti sui pontini e la loro maggior rivale è il Perugia, che dista 5 lunghezze. Con la sconfitta contro il Latina si riaprono i giochi: gli umbri sono a due punti, i nerazzurri a 5. Mancano tre giornate, è quasi impossibile che il Latina rientri in lotta, ma il Perugia è più lanciato che mai e sembra che nessuno lo possa fermare. Già, sembra. Al termine della giornata successiva, la terzultima, l’Avellino batte l’Andria e il Perugia a sorpresa cade contro il modesto Viareggio. Perde anche il Latina, che è matematicamente fuori dalla corsa alla promozione diretta. Alla squadra di Rastelli basta un solo punto per tornare in B. Il calendario mette di fronte ai biancoverdi un Catanzaro motivato, in cerca di punti salvezza. Al 73′, però, Zigoni, tornato in Irpinia nel mercato di gennaio, doma i giallorossi. Al fischio finale, dopo 4 minuti di recupero, esplode la festa: l’Avellino torna in B con una giornata di anticipo in un campionato sofferto, a cui partecipavano compagini che sulla carta, ma evidentemente non sul campo, avevano una rosa migliore. Ora bisogna pensare al mercato per mantenere la categoria e per non ripetere gli errori fatti nelle ultime partecipazioni alla Serie B.