Juventus, la strada è quella giusta: la realtà deve battere l’utopia

JUVENTUS REALTA’ UTOPIA – La Juventus, che ieri sera ha battuto in terra ungherese la Ferencvarosi, grazie al largo 1-4, ha di fatto consolidato il 2′ posto nel girone. Ma chi implica che ciò vada bene? La Juventus ha ancora la possibilità di ambire alla vetta della classifica, tentando il colpaccio, possibile, in casa di un Barcellona che in quanto a solidità difensiva non se la passa poi così bene (basti pensare alle innumerevoli palle gol concesse ieri sera alla Dinamo Kiev).

Pirlo, che ha finalmente potuto schierare dal 1′ minuto il capitano Giorgio Chiellini, ha ridato garanzie, solidità ed equilibrio ad un reparto precedentemente precario, abbozzato per la sola necessità. Il solo Bonucci, in quest’avvio di campionato, non è riuscito a reggere l’urto di squadre più avanti nella condizione (in particolar modo “le piccole”). Le pedine a disposizione del tecnico, salvo per l’appunto il duo Bonucci-Chiellini, non sono adatte a schierarsi in una difesa a tre (vedasi le disastrose prestazioni di Demiral come terzo di difesa e quelle meno disastrose, ma pur sempre negative, di Danilo). Bonucci, Chiellini, Demiral e De Ligt devono giocare in una difesa a 4. Gli esterni, in piena salsa Sudamericana, oltre a garantire una buona fase difensiva, possono protrarsi nell’immediata fase offensiva grazie alla gamba e alla tecnica sopraffina. Cuadrado ne è la dimostrazione, Alex Sandro lo dimostrerà. La difesa a 4 è sinonimo di forza.

Il centrocampo, dopo l’era Pirlo (giocatore), ha subito un continuo intercalare con la perdita dei vari Vidal, Pogba e Marchisio, mai degnamente sostituiti. Anche quest’anno, il reparto, presenta tante anomalie. Pirlo, però, dopo l’aver confessato di schierare i due mediani poiché non avesse un regista, si starà mica ricredendo dopo le buone prestazioni, ma ancora non del tutto convincenti (causa precarietà fisica), di Arthur? Il brasiliano palla al piede ci sa fare, e gli riesce sicuramente meglio far correre la palla piuttosto che farlo lui dietro essa. Bentancur merita spazio e un ruolo che lo valorizzi, Rabiot e Mckennie possono tranquillamente alternarsi nel ruolo di mezz’ala. Ma, la vera scoperta, potrebbe essere lo stesso Kulusewski da interno di centrocampo. Quantità, dinamismo e geometrie non mancano di certo al ragazzo per esplodere in mezzo al campo, portando la qualità che, ad un club come la Juventus, manca come il pane lì in mezzo.

L’attacco merita, sicuramente, un discorso a sé. La qualità è altissima, idem il quantitativo di giocatori a disposizione, parlarne, ci sembra altamente superfluo. Le pedine sono adatte per diversi schemi tattici, su tutti il trequartista (ruolo che incalzerebbero alla grande Ramsey e Bernardeschi, con quest’ultimo che potrebbe finalmente esplodere, uscendo così dal suo limbo, o Dybala ancor più avanti, a ridosso quasi delle punte) dietro alle due punte (Morata e Ronaldo, con quest’ultimo leggermente defilato, ad aggredire gli spazi creati dallo spagnolo); o il tridente, con Cristiano Ronaldo, Morata e Chiesa. L’attacco, allo stato delle cose, ci sembra l’ultimo problema in casa Juventus.

Insomma, la Juventus e Andrea Pirlo, da questa trasferta europea, oltre ai 3 punti tornano in Italia con qualche certezza in più. L’annata è particolare e, il tempo dell’utopie, non è questo. Questo, più che altro, è il tempo dell’equilibrio, della gestione e delle certezze, non si scherza più.

A cura di Oriolo Demetrio.