Il punto di Giuseppe Calvano- 27 gennaio

Kobe Bryant non c’è più, il suo elicottero è precipitato e oltre al campione e a sua figlia sono morte altre 7 persone, una strage. Quando la morte arriva non esiste nulla che possa fermarla, dal più povero al più ricco, dal calciatore più scarso a uno dei più grandi cestiti al mondo. Il mondo in toto omaggia il grande Black Mamba, ci uniamo al cordoglio spedendo un abbraccio alla moglie e ai figli.

Torniamo alle nostre futili cose, perde la Juventus, pareggiano Inter e Lazio che guadagnano un punto sulla capolista. Tutti contenti tranne gli Juventini, no? E invece no, grazie al consueto  spezzatino questi ragionamenti si possono solo fare il giorno dopo, nei post partita, a caldo si commenta altro. Milano nerazzurra ieri al termine della partita era molto agitata, Conte pretende sempre di più non valutando a dovere la rosa dell’Inter e sia i tifosi ma anche l’opinione pubblica cominciano ad essere stufidell’atteggiamento dell’ex tecnico della Juventus. Come si aprono finestre di mercato Antonio Conte diventa ingestibile, sicuramente sarà accontentato ancora una volta da Marotta ma l’Inter viene ripresa sempre nei secondi tempi, non riesce a chiudere le partite e Firenze, Lecce e  ora Cagliari sono tre indizi che fanno una prova. Niente è compromesso anche per la sconfitta della Juventus ma Conte dovrà dimostrare di meritare il lauto stipendio che gli eroga l’Inter. Conte da sempre è stato elogiato per cosa riesce a tirare fuori ai propri giocatori, è arrivato anche il momento di provare a vincere per lasciare un segno in Italia dopo gli scudetti alla Juventus.

A Roma andava in scena il derby di ritorno, all’andata quattro pali fermarono la Lazio, ieri la Roma avrebbe meritato qualcosa in più del pareggio 1 a 1 come risultato finale. Fonseca è riuscito ad entrare nella testa dei giocatori riuscendo a tirar fuori una prestazione fatta di pressing alto e marcature a uomo, non facendo muovere nessuno dei big del centrocampo laziale, una prestazione con un’umiltà pazzesca che probabilmente sarà difficile ripetere, la Roma è fatta da campioni con stipendi da capogiro, potrebbe essere però una ripartenza per non commettere errori tipo Torino in casa. La Lazio dal canto suo continua la sua strepitosa stagione dove non riesce a perdere nemmeno in una partita dove vede la porta avversaria una sola volta al 89’ con Milinkovic Savic e per pochi centimetri non porta a casa l’ennesima partita allo scadere. La prestazione della Lazio è stata molto sotto tono, Inzaghi ha faticato a trovare soluzione al pressing alto della Roma, ne Leiva, né Milinkovic, né Alberto sono riusciti a sbrogliare la situazione nel momento del primo possesso palla, si pensava che la Roma potesse crollare nel secondo tempo, si potesse sfilacciare, così non è stato e il pareggio è stato frutto di due disattenzioni dei portieri, più veniale quella di Strakosha, stile Zenga ai mondiali del 1990, più grave quella di Lopez che per non dare un corner ha creato un pasticcio insieme a Smalling buono per oggi le comiche. Lazio fortunata? Chi può dirlo, se si ripensa al derby d’andata non si potrebbe pensare, vedendo solo la partita di ieri la fortuna non è proprio tanto distante. Ora ci sono Spal e Verona in casa, se davvero si vuole puntare all’Inter si dovrà fare bottino pieno.

La Juventus di Sarri cade a Napoli, Gattuso al termine della gara in conferenza stampa dichiara di non fidarsi della propria squadra su specifica domanda se il Napoli fosse uscito dalla crisi, vorrà vedere nelle prossime partite. La vittoria sofferta con la Lazio in Coppa Italia ci ha fatto vedere un Napoli umile e combattente su ogni pallone, quasi provinciale nel modo di difendere, quello visto contro la Juventus è più vicino al vecchio Napoli di Ancelotti ma con un prospetto di gioco diverso, più vicino al tecnico calabrese. Insigne si è ripreso la sua gente, il suo pubblico, in silenzio ha ingoiato fischi  e non solo ed è stato determinante nella vittoria. Zielinski finalmente ai suoi livelli e Milik si è abbassato a giocare per e con la squadra mettendo da parte l’orgoglio del centravanti, un po’ come da Dzeko alla Roma. Ma come dice Gattuso, aspettiamo. La Juventus dal canto suo non è proprio esistita al San Paolo, un solo tiro in porta al 94’ con Higuain e il gol di Ronaldo al 89’, dove è il gioco di Sarri? Il tridente stavolta sarà bocciato se non per sempre quasi, Dybala, Ronaldo e Higuaininsieme sono un peso che puoi sopportare solo se la squadra gira in una certa maniera, uno come Costa oggi non lo puoi regalare a nessuno e Ramsey stava giocando bene come tre quartista, perché cambiare?  Sarri rischia molto, anche  portando lo scudetto, a Torino non saranno soddisfatti se non si arriverà alle semifinali di Champions, e soprattutto la dirigenza vuole il gioco per cui il tecnico toscano è stato preso, poco ma sicuro.

Ultimo appunto l’Atalanta di Gasperini, quando non ha il doppio impegno settimanale diventa inarrestabile, travolgente e chiunque passi da quelle parti viene devastato. Chiedere al Torino di Mazzarri, una sconfitta in casa cosi pesante resterà nella storia per anni, uno zero a sette è da dimissioni subito. Però, perché c’è un però, la sconfitta poteva anche essere di zero a cinque e sarebbe stata pesante lo stesso, forse Gasperini oltre a non saper perdere non sa neanche vincere. Umiliare l’avversario non va mai bene, c’è modo e modo. Se il Torino non avesse smesso di giocare i gol sarebbero stati anche giusti, ma vedendo l’avversario immobile, distrutto e a terra certi atteggiamenti si potevano evitare, rabone e colpi di tacco servono solo a umiliare, sono cose che nel mondo del calcio ma anche nel mondo reale a volte ritornano e mai nel verso giusto. Ma sono cose che si hanno dentro e che forse Gasperini e l’Atalanta non ne sono in possesso.

GIUSEPPE CALVANO