Il punto di Calvano – Il punto sulle tre di testa

La Juventus cade a Verona, non sarà una fatal Verona come lo fu nel 1973 per il Milan, sconfitta e perdita dell’opportunità di vincere lo scudetto, ma comunque è una notizia, importante, vitale per le speranze di Inter in primis e Lazio subito dopo per la lotta al primo posto. Ci si aspettava un Verona stanco dopo le fatiche del infrasettimanale turno di recupero con la Lazio, invece i ragazzi di mister Juric hanno giocato come stanno giocando da mesi oramai, calcio totale, pressing e ripartenze veloci. Nessun timore reverenziale contro i campioni d’Italia, ne è uscita fuori una partita condita da due legni juventini, Ronaldo e Douglas Costa, gol annullato per fuorigioco di pochissimi millimetri al Verona di Kumbulla, bellissimo il gol di Ronaldo, il decimo consecutivo, il ventesimo stagionale, pareggio di Borini su errore di Pjanic con un tiro da biliardo sul secondo palo, gol vittoria veronese arrivato con un rigore di Pazzini per un fallo di mano di Bonucci. Il
Pazzo non è nuovo a gol clamorosi alle squadre che lottano per il vertice, in molti a Roma ricordano il gol alla Roma che di fatto tolse le speranze tricolori ai giallorossi. La Juvenuts non ha giocato male, poteva essere due a zero prima del gol del Verona, ma di fatto la Juventus di Sarri ancora non esiste, il tridente con Ronaldo Higuain e Dybala è stato bocciato, idem con Costa al posto della Joya, il tecnico toscano ancora non riesce a trovare la quadra. L’ambiente mormora, sussurra, aspetta la Champions probabilmente per dare il sentore delle emozioni che per ora sono tutte negative, l’aggancio in vetta dell’Inter non è proprio cosa gradita, né dalla società né dai tifosi. Ma bisogna aspettare, si dice che sia stato preso per vincere, o almeno provarci arrivando ai quarti, la Champions League, ma lo scudetto a Torino non è mai stato considerato banale, nessun trofeo lo è per la piazza bianconera, arrivare secondi è sempre sconfitta.

Da un pazzo a una pazza o per meglio dire una pazza Inter. Sotto due a zero con il Milan si sveglia con il gol di Brozovic nel secondo tempo e in meno di trenta minuti vince per 4 a 2. Il primo tempo gli uomini di Conte non sono scesi in campo, distratti e imprecisi hanno lasciato campo e gol a Ibrahimovic, vero accentratore della manovra rossonera e vero ispiratore. Gol di Rebic e dello stesso Ibra di testa nel finale e Inter mai in partita. Nello spogliatoio, si dice sempre cosi, l’allenatore si sarà fatto sentire, Conte avrà sbraitato? Avrà minacciato di cacciare tutti? La cosa certa è che nella ripresa tutto cambia, il Milan cala, Lukaku diventa sempre di più imprendibile per Romagnoli e Kjaer si dimostra quello che è, un buon difensore ma nulla più, davanti a Sanchez, a Lukaku, a Candreva nulla può piu che fare che non sa fare. L’Inter alla fine ha meritato e il primo posto è il giusto premio a una rincorsa nata a inizio stagione e il proseguo è tutto da gustare.

La Lazio è terza, i tanti pensavano che stava per scoppiare, che era già praticamente cotta, può essere ma intanto anche a Parma incanta con parecchie azioni da gol e con Immobile ancora a secco ci pensa Caicedo a far portare a casa i tre punti a Inzaghi. C’è stata la polemica finale per un presunto errore dell’arbitro per un rigore non concesso al Parma, il rigore ci poteva stare, senza polemiche. Ci sono i numeri però dalla parte di Inzaghi, 25 gol di Immobile, 8 di Caicedo, 6 di Correa. Luis Alberto che da mediano ha il numero maggiore di assist del campionato. Miglior attacco, miglior difesa insieme all’Inter e una cosa fondamentale per il proseguo della stagione, minor partite da giocare rispetto a Inter e Juventus, impegnate in Coppa Italia e in Europa. La stanchezza potrà arrivare, la rosa della Lazio non è e non sarà mai all’altezza delle altre due ma sembra davvero che questa sia la stagione buona per tentare di fare l’impresa da stampare sui libri delle favole.

A cura di Giuseppe Calvano