Il punto di Calvano – 9 marzo

Finalmente Juventus Inter si è giocata, la 26esima di campionato recuperata tutta e ora, più di qualcuno, si tranquillizzerà se, il governo del calcio martedì, dovesse prendere in esame di bloccare tutto lo sport, serie A compresa. Quello successo alle 12 di ieri (domenica) è qualcosa di grossolano, raffazzonato per dirlo meglio. Parma Spal sono pronte a scendere in campo, l’AIC (Associazione Italiana Calciatori) prima proclama lo sciopero, poi ci ripensa, il ministro Spadafora rilascia dichiarazioni di irresponsabilità nello scendere in campo, la partita è posticipata di un’ora e poi tutto torna alla normalità, se così si può chiamare, e la partita inizia. Cosi come poi nella surrealità delle porte chiuse si gioca a Genova, Milano, Udine e Torino.<br> E parliamo finalmente di calcio, la Spal ritrova un briciolo di speranza vincendo fuori casa a Parma, la Sampdoria dopo il classico periodo di adattamento alla partita, che dura di solito un’ora, comincia a giocare e batte il Verona 2 a 1. Ranieri mette sul tavolo la prima maglia, quella di Quagliarella e il napoletano lo ricambia finalmente con una doppietta e la Samp non si ritrova nella zona rossa della retrocessione per un solo punto, ma comunque fuori. Ennesimo tonfo del Milan, Ibra ci prova, ma il Genoa espugna San Siro e conquista 3 punti d’oro per la lotta salvezza. L’ennesimo anno zero del Milan comincia ad essere la normalità, ora c’è la vicenda Boban a tener banco, carte giudiziarie e nessuna luce all’orizzonte. Udinese Fiorentina è da pareggio prima della partita e pareggio è stato alla fine.
Alle 20 e 45 è andata in scena Juventus Inter, definita dai più la sfida scudetto. La Juventus, per dirla con le parole di Antonio Conte, l’ha vinta per personalità, con forza aggiungo io. La squadra di Sarri ha provato a fare la partita nel primo tempo, ha subito senza pagare dazio i famosi 15 minuti dove l’Inter sembrava devastante, ha segnato quando doveva farlo, al 54’ con Ramsey e l’ha chiusa con Dybala al 67’ entrato in partita con la mentalità di risultare decisivo. La vittoria è netta, nitida, non lascia scampo a chi pensava che Conte fosse riuscito a colmare il gap tra Juventus e Inter. Servirà ancora del tempo, bisognerà trovare il famoso equilibrio tra tecnico e società, equilibrio che ora manca e si vede dall’impiego di Eriksen, costato 20 milioni e che, fra sei mesi, sarebbe arrivato gratis. Conte voleva altro e lo dimostra non facendolo scendere in campo, mai da titolare e sempre impiegato part time. Torniamo alla Juventus: Sarri lascia Pjanic in panchina, Bentancur in cabina di regia stile Jorginho nel Napoli, 4 3 3 con Higuain e Costa accanto a Ronaldo. Ramsey a cucire e Matuidi a tagliare, che sia l’undici titolare di Sarri anche per il futuro? Staremo a vedere.
Intanto la Juventus si è ripresa il primo posto, la Lazio ci aveva quasi preso gusto al primato in classifica, Inzaghi venerdì a Bergamo ha una sfida pericolosa, ma nello stesso tempo decisiva e unica per le motivazioni. Dovesse la Lazio passare anche a Bergamo, non si potrebbe più nascondere, Inzaghi recupererà Acerbi e Luis Alberto, ci sono tutti i presupposti per una partita stellare. Sempre se…
Sempre se non si fermi tutto martedì, 10 marzo, nella riunione di Lega. Le regole date dallo Stato devono valere per tutti, a cosa serve entrare allo stadio a un metro di distanza se poi a un gol ci si abbraccia tutti, ci si bacia (plateale Buffon con Dybala) senza nemmeno pensarci?
Aspettiamo e speriamo.
GIUSEPPE CALVANO