Il punto di Calvano – 7 ottobre

Tutti aspettavano Conte contro la sua Juventus e invece è stato praticamente il contrario, i bianconeri hanno giocato una finale, un tutti contro uno solo e il risultato dice Juventus 2, Conte 1, Inter pardon. Conte è riuscito nell’impresa di far convergere tutti in una sola direzione, vincere contro il nemico, quello che fino a ieri aveva lasciato vedove e non solo a Torino, anche qualche pezzo del suo cuore. In 90 minuti sono sparite le critiche di tutta un’estate, dalle mancate cessioni, dai parametri zero che Sarri non voleva, dalla rosa troppo larga, dalle liste Champions, da un tecnico amato solo da una parte della tifoseria e non solo, probabilmente anche in società non tutti gli sono accanto o forse per meglio dire non gli erano accanto. Dopo questa vittoria molte cose cambieranno, Sarri ha dato dimostrazione di saper insegnare ai propri giocatori il suo credo e le motivazioni hanno fatto il resto, Ronaldo indiavolato, Dybala titolare una sorpresa per tutti, Higuain decisivo subentrando a partita in corso, Pjanic mostruoso e Bernardeschi concreto. Di certo Conte non mollerà un centimetro, trascurando probabilmente la Champions cosa che non faranno i campioni d’Italia, ma se questa Juventus dovesse auto convincersi di essere la più forte non ce ne sarà per nessuno.
L’altro tema è il Milan, Giampaolo esce indenne da Genova ma la panchina invece di raffreddarsi è ancora più scottante. Spalletti è dietro la porta pronto ad entrare senza suonare. Giampaolo fa parte di quegli allenatori che non sono difesi da nessuno quando gli capita di allenare una grande per la prima volta e steccano 8 partite, nemmeno la famiglia è dalla loro parte. È capitato a tanti, troppi ma l’ambizione di allenare una grande è troppo accattivante, è capitato a Gasperini, a Pioli, a Maifredi per citarne alcuni, ma se non si parte subito bene sono dolori. Allegri veniva da Cagliari ma si impose subito cosi come si impose Mancini dopo poche partite. Il destino di Giampaolo è segnato, una volta si diceva che a Milano hanno il palato fine riguardo al bel gioco, ma sono i risultati a scegliere il destino degli allenatori e Giampaolo è segnato.
Di contro Gasperini a Bergamo continua per la sua strada, vittoria sul Lecce del bravo Liverani e terzo posto solitario. Avrà steccato in Champions, speriamo almeno nel paracadute Europa League, ma la corsa in campionato è tutta da gustare. È avanti al Napoli, alla Roma, alla Lazio e non intende mollare quel terzo posto.
Napoli in caduta libera, la Jolanda nazionale (De Rienzo) ha fatto capire in un tweet Torino Napoli: #TorinoNapoli Difficile dare un commento tecnico… La cosa più bella di questa partita è che sia finita, ed ha davvero ragione. Napoli inconcludente, tantissimo turnover e poche idee, tanti spostamenti di giocatori in campo e niente gioco, niente idee e niente personalismi che a volte aiutano le grandi squadre a decidere il risultato. Mertens unico in forma, gli altri tutti sottotono, Insigne nervoso e triste. Non sarà facile per Ancelotti riordinare la squadra, ridare quel senso logico al suo gioco, Liverpool è solo un ricordo, purtroppo.
Le romane steccano, Cagliari e Bologna non rubano niente, pareggi meritati anche se la Roma ha avuto più occasioni da gol ma se non segni non puoi poi prenderla con l’arbitro. A Bologna la Lazio ha avuto un rigore al 90’, rigore giusto per fallo su Acerbi di un generoso Palacio, ma Correa lo sbaglia tirandolo sulla traversa, in molti ancora si chiedono il perché di far tirare il penalty all’argentino, con quello sbagliato a Bologna sono 2 errori su 2 tirati in carriera. Inzaghi non fortunato nelle scelte, ma la squadra di Mihajlovic non ha rubato nulla. A proposito di Sinisa, da libro cuore quello successo prima della partita, tifoserie unite sotto l’ospedale per dare un saluto alla vecchia bandiera biancoceleste, oggi allenatore dei felsinei.
GIUSEPPE CALVANO